Vivere tempi volgari

Mag 04, 2014 L'editoriale

Viviamo tempi volgari, molto volgari. Siamo invasi da ignoranti che aprono bocca senza sapere cosa dicono. Siamo schiavi di una criminalità che va dalle mafie alla politica e sembra non esserci  differenza. Anche lo sport è sporco e volgare, basta vedere cosa è accaduto a Roma. In televisione mescolano tutto, alto e basso a sentir loro, in realtà di solito gli ingredienti principali sono basso e basso. Qualche volta il cocktail è micidiale: di recente frau  Dietlinde la giornalista più severa d’Italia (crediamo lei aspiri a questo) ha mescolato un anziano e blasonato professore in filosofia, con tanti libri, a volte anche interessanti a carico, ad un tizio vestito di pelle, anziano e pieno di tatuaggi, un po’ folkloristico che è noto per i suoi testi sul generone romano. Figuratevi che spettacolo. Insomma non si vive bene, tra gente (che vorrebbe andare al governo) e si manda giornalmente affanculo, come se fosse un  saluto di augurio. Con gente che, dopo aver passato la vita a farsi leggi per proprio conto e feste con donne pagate (che vita triste), continua a sparar fandonie e aver grandi deliri di presenza, mentre troverebbe più pace in una clinica per disturbi senili. Una desolazione. Soprattutto per i giovani che, disoccupati e spesso rassegnati, sono costretti ad avere come ipotetico punto di riferimento un tizio con pizzetto, capelli bianchi lunghi, anellozzi, peli e finta ribellione, che canta canzoni già vecchie da vent’anni. Siamo in tempi molto volgari, penosi, con gente senza idee, che pretende, senza dare. Tra gente che non capisce che per insegnare e predicare, prima bisogna fare e fare tanto e bene. A proposito di cantanti non più giovani, tra quello che dice stronzate e si proclama rocker ribelle e uno che un segno lo ha lasciato, tipo Vasco Rossi, c’è la stessa differenza che c’è tra il Sorrisoni della Brianza e uno Statista. Un abisso di forza, idee, tutto.

A presto. See you soon.  A la prochaine.

mauropecchenino@tin.it

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