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Giu 03, 2010 Cosa bolle in Pentola
Capita che una volta l’anno un grande cuoco di Vico Equense, Gennaro Esposito , che ha un nome che sembra d’arte, tanto è tipicamente campano, organizzi una festa di cuochi per cuochi, alla quale nessuno vorrebbe mancare.
Sarà che Festa a Vico è un po’ come se fosse la fine dell’anno scolastico per dei liceali, sarà che il luogo è incantevole, con panorami mozzafiato ed un’atmosfera rilassata che attrae magneticamente fuori dalle proprie cucine i grandi chef dell’intera penisola, sarà quel che sarà, ma senza dubbio è un fenomeno da analizzare e val la pena conoscerla da dentro per raccontarla.
Festa a Vico, dicevamo, è frutto dell’entusiasmo spontaneo di Gennaro Esposito, il patron della Torre del Saracino, che da qualche anno dà appuntamento a tanti colleghi di tutta Italia, per salutare l’inizio della bella stagione “facendo casino insieme” o, meglio come giustamente viene detto in dialetto campano “facimmo amuina”, facciamo rumore, divertiamoci, mangiando, scherzando, ballando e cantando.
Una sorta di rito collettivo liberatorio che prende spunto dal voler mangiar bene insieme, con decine di cuochi e centinaia di commensali tutti in festa in uno scenario da cartolina che lascia senza fiato.
Registriamo quest’appuntamento da bravi cronisti, perché è giusto che guardiamo un po’ più in là del nostro naso e, se veniamo invitati, partecipiamo, ci divertiamo e cerchiamo di trarne delle considerazioni, magari per mostrare che l’alta cucina può essere un riferimento, un faro, un bene prezioso, una risorsa per il nostro Paese.
Partiamo, alla volta di Vico Equense, sulla costiera sorrentina, accompagnando uno degli chef più rappresentativi, Marco Sacco del Piccolo Lago, ristorante 2 stelle Michelin.
Optiamo per l’auto, non solo perché dobbiamo portarci le vettovaglie per la grande cena del martedì, durante la quale Marco cucinerà un nuovo piatto “da strada” (in ossequio al tema di quest’anno “il carretto passava… le cose di sempre” il cibo di strada), ma anche per vivere la trasferta come una lunga chiacchierata tra amici, perché avere tempo di stare insieme aiuta a conoscersi e raccontarsi, anche parlando di cibo, visto che stiamo andando ad una grande kermesse culinaria.
Il lungo viaggio è una metafora dei grandi passi che ha fatto la cucina italiana d’autore in questi ultimi anni. Ne discutiamo con Sacco e riconosciamo che i grandi cuochi che incontreremo a Vico possono essere fieri dell’evoluzione dei gusti, della presa di coscienza dei ristoratori di avere ormai un ruolo culturale importante e del riconoscimento di una clientela preparata ed esigente.
A Vico ci immergiamo per due giorni tra decine di amici, grandi professionisti della cucina, giornalisti e produttori del settore, l’atmosfera è inebriante ed è piacevole sapere anche che l’evento ha una finalità benefica che ogni anno raccoglie decine di migliaia di euro. Tocca anche a noi dare una mano, come assistente alla griglia per Marco… un onore!
Tra i tanti grandi cuochi presenti a Vico, una sorpresa emozionante per quelli che, come il sottoscritto, son cresciuti con una televisione di qualità: lo chef Andy Luotto, un personaggio, una grande persona.
Aldo Palaoro
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