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Dic 01, 2011 Attualità, Italia
Guardami! Guardami: cosa devo fare per farmi amare?
Il 20 novembre si è celebrato il Transgender day of Remembrance, ovvero la giornata mondiale in ricordo delle vittime di transfobia. In occasione di questa ricorrenza, che tratta un problema di estrema attualità, si svolge una cerimonia commemorativa, durante la quale tutti i partecipanti leggono a turno i nomi delle vittime e le modalità con cui sono state assassinate, e accendono una candela per ognuna di loro. A Milano presso il teatro Ringhiera, dopo la cerimonia è andata in scena la compagnia Atopos con lo spettacolo Variabili Umane, diretto da Marcela Serli. Atopos è un progetto costituito da laboratori itineranti di studio sull’identità di genere. Il progetto vuole analizzare e riflettere sui concetti di maschile e femminile attraverso il coinvolgimento di uomini e donne di identità e di generi diversi. In Variabili Umane entrano in scena quindici persone con le loro storie personali. Non sono tutte attori e attrici di professione, tra queste ad esempio c’è un medico, un ispettore di polizia, una formatrice aziendale. Ognuna di loro racconta un pezzo della sua storia. Come Antonia, transessuale ed ex prostituta che lavora allo sportello trans Ala Milano Onlus o Andrea transessuale, dirigente d’azienda. Ma lo spettacolo non si esaurisce qui, Variabili umane è soprattutto un canto e una danza come lo definisce la stessa Marcela: “Un canto d’amore e d’odio per essere umani. Una dedica all’incomprensione. Un canto per chi non capisce. Una danza di corpi buffi e belli che desiderano essere amati”. Lo spettacolo vuole essere una ricerca continua sulla propria identità, sulla definizione di noi stessi. Cosa significa essere uomini o essere donne? Chi sono io veramente? Ma soprattutto: ciò che sto guardando sei tu o sono io? Queste sono le domande che affollano la mente all’uscita dal teatro. Finito lo spettacolo ci si sente spiazzati e confusi, e ci si accorge anche che forse urge un nuovo vocabolario, occorre riguardare tutte le definizioni che ci diamo e che ci danno, perché “le parole sono importanti” come continua a ripetere convulsamente uno degli attori sulla scena. Occorre riguardare e ri-definire anzitutto noi stessi, per poi cercare di capire chi è l’altro da noi. Chi è davvero questo diverso che tanto ci spaventa, chi è Atopos. Esso in verità è ciò che amiamo, ciò da cui siamo irresistibilmente attratti. Come scrive Roland Barthes in Frammenti di un discorso amoroso: “L’altro che io amo e che mi affascina è atopos. Io non posso classificarlo poiché egli è precisamente l’unico, l’immagine irripetibile che corrisponde miracolosamente alla specialità del mio desiderio. E’ la figura della mia verità; esso non può essere fissato in alcun stereotipo”. Lo spettacolo Variabili Umane dunque, porta in scena un mondo sommerso, un mondo che spesso non si conosce o non si vuole conoscere, un mondo colorato, gioioso e straziante al tempo stesso. Insomma Il Mondo.
Paola Tudino
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