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Feb 14, 2018 Attualità, World Wide
Unilever ha minacciato colossi tecnologici come Youtube e Facebook, facendo capire che non collocherà più le sue pubblicità sulle varie piattaforme se non si impegneranno al massimo, per lottare contro contenuti violenti e fake news. Nel corso della riunione annuale “Interactive advertising bureau“, il direttore marketing di Unilever, Keith Weed, ha sostenuto che il colosso britannico dei beni al consumo: “Non investirà in futuro in piattaforme o in ambienti che non proteggono i nostri bambini o che creano divisioni nella società e che promuovono rabbia e odio“. E ha anche affermato che: “Unilever darà priorità a investimenti solo sulle piattaforme responsabili, che sono impegnate nel creare un impatto positivo sulla società”. L’avvertimento di Unilever è significativo dal momento che il gruppo è uno dei principali inserzionisti al mondo e che lo scorso anno ha speso circa 9 miliardi di dollari in attività di marketing, per marchi come, per esempio, il Tè Lipton, il sapone Dove e le zuppe Knorr.
Come sapete, FlipMagazine è particolarmente attento alla problematica e ritorniamo volentieri sull’argomento, di importanza fondamentale per la società mondiale.
Unilever ha già avviato un confronto con aziende come Facebook, Google, Twitter, Snapchat e Amazon. Travolti dalle polemiche anche dai legislatori USA, i colossi tecnologici hanno iniziato ad adottare alcune iniziative per risolvere il problema. Facebook, per esempio, ha annunciato cambiamenti nel suo algoritmo per migliorare la qualità dei contenuti che appaiono sulla piattaforma. Anche Youtube ha fatto migliorie alla sua tecnologia dando agli inserzionisti più controllo su dove i loro messaggi promozionali appaiono.
D’altro canto, il deciso intervento del colosso UK non fa altro che mettere in evidenza, a livello macroscopico ciò che tristemente avviene, ogni secondo, sulla Rete. Un’accozzaglia di stronzate che, tra frasi buttate a vanvera, pseudonotizie che circolano senza freni, fotografie che viaggiano come meteore impazzite e parole che, andrebbero bene solo se scritte sui muri delle latrine dei posti più squallidi, offrono un lato negativo nel panorama sempre in evoluzione del web.
La Rete è per tutti e, tra foto inutili e post che variano tra bello, magnifico, meraviglioso, all’insulto più reiterato, fino alla dannosa invettiva verbale piena di rancore e odio, senza mai un briciolo di intelligenza e con il cervello sempre sconnesso, rendono il web un territorio dannoso e impervio, soprattutto per i più giovani e i più deboli.
Ha fatto bene Unilever a dare l’esempio e fanno bene tutti coloro che lavorano ovunque in questo senso (come per esempio il blog BUTAC), per la necessità di un cambiamento fondamentale, per non rovinare una modalità di Comunicazione che ha aperto e aprirà sempre nuovi orizzonti.
Pietro Fabbri di Pietrarubbia
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