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Una grande bellezza
Una giovane dolce donna, che fa l’imprenditrice a Roma, mi scrive: “Sono contenta per l’Oscar. Roma è piena di fascino, dovrebbe essere un po’ più rispettata”. E questa veloce riflessione mi fa pensare con disgusto al balletto squallido, ormai quotidiano, in Italia, che ha preso vita dopo l’Oscar alla Grande Bellezza. Qualcuno ha detto che il film non merita il premio, perché troppo legato alla solita Italia pizza e mandolini. Qualcun altro ha sostenuto che ha vinto perché rispecchia la maniera in cui gli Americani ci vedono da sempre: una enorme massa di cialtroni, brontoloni e senza capo né coda. Altri se la sono presa con Roma. Città ladrona, sozza, caotica, al fallimento, una città allo sbando. E questi ultimi, ahimè, non erano neanche tutti leghisti. Insomma la fiera dell’odio, del mugugno, della critica. Non c’è che dire, ormai in Italia non si riesce più a godere di nulla. Roma è una città magnifica, con i difetti di tutte le metropoli e va rispettata. Tutti ce la invidiano, per le sue vestigia, la storia, l’atmosfera, il mood, la cucina e per come sopporta il passare dei secoli. Invece, per gli Italiani è solo fonte di critiche. Che tristezza. E pensare che tutto il mondo sogna un Oscar. Noi ne abbiamo già vinti parecchi e ora ne vinciamo un altro, in piena crisi. Io sono molto contento. Grazie Sorrentino. Credo sia una grande soddisfazione e un onore. Credo sia una grande bellezza per la povera Italia, di questi tempi.
A presto. See you soon. A la prochaine.
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