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Gen 09, 2012 Attualità, World Wide
Scott Klettke’s Picture from Flickr.com
New York City
Chi viene nella capitale del Mondo, prima o poi capita al Greenwich Village, o semplicemente alVillage, come lo chiamano qui.E’ una tappa obbligata, andar per le strade strette, piene di negozi, molti vintage e i musicisti che agli angoli della strada si esibiscono in estemporaneiconcerti. Un tempo,qui era il centro degli intellettuali e degli artisti di Manhattan, poi la città in continua trasformazione, ha mutato anche questa parte di se stessa. Ma rimane la zona del jazz e non solo, di locali che bisogna vedere, frequentare, sentire, per godere la notte veradi New York City.
Come dimenticare il Blue Note,il Village Vanguard, lo Small’s, e tanti altri. Nella zona, un nometorna ogni tanto alla ribalta, con alterna fortuna. Si tratta delGarage, un locale che senza una precisa continuità storica, ma solo nominale,domina la scena del Village.Negli anni Ottanta con questo nome esisteva un locale, in King Street,molto cool. Ha lanciato decine di star,una su tutte Madonna, che si esibiva molto spesso su quel palco e vi ha inciso anche il suo primo lavoro. Dopo una decina d’annila location ha chiuso i battenti, lasciando un ricordo indelebile nei frequentatori più assidui. Ma il Garage non è sparito. Con lo stesso nome, ma conuna precisa impronta jazz, continua un’ insegna che ha negli appassionati della musica d’improvvisazione un seguito fedele. Si trova all’angolo con la 7th Avenue South, in un bel l’ edificio di mattoni rossi,poco distante dallo storico omonimo e garantisce serate di jazz indimenticabili. Non è un locale per turisti e,accanto ad un’atmosfera piena di legno e ferro, affascina il frequentatore con un palco ampio e teatrale che fa venir i brividi a chi sente arrivare il jazz nelle vene. E’ anche ristorante. La cucina è molto made in USA, niente di speciale,ma è tale la musica che si passa sopra ai soliti gamberoni e alla steak insapore.
Chi vuole passare una serata tra musica, old fashion e un pizzico di romanticismo trova qui l’indirizzo ideale, conprezzi accettabili e tanta empatia yankee.
Eleonora Dafne Arnese
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