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Dic 08, 2011 Cosa bolle in Pentola
Alla Croisette, i critici e i giornalisti prima della proiezione di “Midnight in Paris” si chiedevano se l’ormai stanco Woody Allen fosse ancora in grado di regalarci un film degno della sua fama.
Bene, l’accoglienza degli addetti ai lavori è stata tiepida e, francamente, ce ne infischiamo.
E’ un bel film, originale e creativo: chi non ha mai sognato di poter tornare indietro nel tempo e di poter conversare con i grandi della letteratura?
Se poi il protagonista, uno sceneggiatore americano quarantenne, dal discreto successo professionale, sembra disposto a mollare tutto e inseguire il suo vero sogno: vivere a Parigi per fare lo scrittore, nulla sembra precluso.
Le sue velleità vengono però puntualmente castrate dalla promessa sposa e dai futuri suoceri, un po’ ignoranti ma decisamente dotati di un grande portafoglio.
Il nostro eroe tormentato, inquieto ma soprattutto accerchiato ed incompreso, in una passeggiata solitaria per le strade di Parigi, viene travolto dal surrealismo, si ritrova d’un tratto catapultato nel passato.
Cominciando a frequentare Hemingway, Scott Fitzgerald, Picasso, Dalì, Man Ray e così, nell’alternanza di una fase diurna monotona e dettata da obblighi formali familiari, la sera ritrova la magia e l’amicizia con i grandi artisti.
E nasce anche l’amore per l’amante di Picasso che, poi, magicamente farà un ulteriore salto indietro nel tempo, ritrovandosi nella Belle Epoque: lei, a differenza del nostro eroe, si fermerà a farsi corteggiare dai pittori di quell’epoca magica, felice e contenta come una Pasqua.
Woody Allen parla a tutti quelli che guardano alle epoche passate come a periodi migliori e più affascinanti, vivendo il presente in maniera scostante e sognando qualcosa di più coinvolgente, solo guardandosi indietro.
Così il grande limite di chi crede che il passato, a prescindere, sia migliore del presente in cui si vive, porta la stessa persona a non vedere e a non riuscire ad apprezzare appieno ciò che la vita e i tempi che si vivono ci possono comunque regalare, pur non essendo un’epoca da ricordare per i grandi influssi e movimenti culturali, per esempio.
Ma la stessa amante di Picasso che viveva il periodo più bello ed entusiasmante agli occhi del visitatore degli anni 2010, sogna a sua volta la Belle Epoque, perché migliore e più creativa degli anni noiosi che stava vivendo, pur frequentando personalità del calibro di Coco Chanel, Hemingway, Scott Fitzgerald, Picasso, Dali e Man Ray.
Non sempre il passato è migliore del presente: d’altronde anche gli stessi pittori della Bella Epoque parigina si lamentano della loro epoca, sognando il Rinascimento.
Guardarsi indietro è bellissimo, ma saper guardare avanti, vivendo appieno il proprio presente, è senz’altro una ricetta valida, soprattutto in questi maledetti tempi grami che stiamo vivendo.
Chissà se nel Rinascimento sognavano il Medioevo e i Romani la Preistoria…
Norman di Lieto
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