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Lug 06, 2010 Attualità, World Wide
Parigi
I nostri lettori ci chiedono sempre consigli per vacanze brevi ma intense in Italia, ma anche alcune capitali del mondo rientrano nei loro desideri di conoscere, scoprire, vedere angoli nuovi.
E a tutti coloro che vogliono trascorrere un lungo fine settimana nella capitale francese dedichiamo un itinerario un po’ diverso, già nel pieno dell’estate. Parigi non tradisce mai chi ha il cuore e la mente vivi.
Il giovedì può essere dedicato ad una visita alla Parigi delle grandi griffe e delle vetrine scintillanti, da place de la Concorde, alla Madeleine. Per non rendere la giornata troppo monografica, alla PinacothèquedeParis in place de la Madeleine,si può visitare una ricca mostra dedicata a EdvardMunch, prima della grande notorietà avuta con ”L’urlo”, il suo dipinto più universalmente noto. Uno spuntino da Fauchon non è troppo caro, nonostante i prezzi proibitivi della maison. Alla sera consigliamo una sosta elegante in un angolo di belle epoque, nel ristorante Mollard, regno del pesce e di ostriche e frutti di mare. Si mangia bene, si spende un po’, ma non troppo e sembra di ritornare nella Parigi dell’Ottocento. Usciti da questo monumento del bien vivre, un salto al Buddha Bar può essere la soluzione migliore per finire la serata. Il venerdì si può dedicare a tutta la zona, sempre evocativa, di Montmartre. Tra turismo e tradizione la mattinata passa in un baleno, poi da la Butte si scende a Pigalle e le vecchie strade della Parigi proibita di un tempo, oggi offrono una tranche di multietnico che affascina sempre. Basta entrare in un qualsiasi bistro e uno spuntino richiama i film della mala interpretati da Delon e da altri grandi del noir d’oltralpe. Il pomeriggio e la sera trovano nel Quartier latino l’ambiente ideale. E’ importante partire dalla fontana di piazza Saint Michel, dove si danno appuntamento i giovani per organizzare la serata. Poi si va nei vicoli medioevaliche affiancano boulevard Saint Germain e la città si anima ad ogni ora che passa. Il tuffo nella Parigi della letteratura, della musica e della poesia è sempre inebriante, anche per chi non ha mai sentito parlare di Sartre, Prevert e Boris Vian. Per la cena, un appuntamento sicuro è la Tourelle,a due passi da Saint Michel, dove Robert e Cecilia, simpatici e ospitali, vi faranno assaggiare le vere specialità della cucina francese in un bistro bello e autentico, il tutto accompagnato da vini che il patron sceglie con cura e competenza. Per continuare la serata, una buona occasione è una discoteca non troppo fracassona,in una traversa degli Champs Elysèes, il “1515”, dove spesso si esibisce un dj che ha molto da dire in fatto di remix e di sonorità accattivanti, “Dimitri from Paris”. Il sabato va dedicato ai colorati e movimentati quartieri di Belleville e Menilmontant, dove l’oriente si incontra con l’occidente e i profumi, i colori, i visi, ricordano, l’Africa, la Cina, la Corea, il Vietnam. Il pomeriggio, ancora Quartier Latino, la chiesa di Saint Germain des Près, i caffè Flore e Deux Magots, i negozi, l’atmosfera di una Parigi che non tramonta mai, tra modernità e passato. Alla sera, un relax all’insegna del jazz. Il ristorante jazz cafe Chez Papa, in una traversa di St. Germain è la meta ideale. Jazzisti di ottimo nome e fama intrattengono il pubblico per tre ore, tra un piatto e l’altro della cuisine francaise. La domenica si ritorna a casa soddisfatti, in relax e con la sensazione, giusta, di aver trascorso giorni di autentico bien vivre. Una annotazione a margine: ci chiediamo, sempre,perché le mostre parigine abbiano il viziaccio di avere tutte le didascalie e le spiegazioni solo in lingua francese. Il solito sciovinismo e grandeur dei transalpini ?
Mauro Pecchenino
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