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Rinascita di Thomas De Falco
Fili di lana cardata che, intrecciati e tessuti, sembrano trasformarsi in radici, legame con la terra, e diventare trappole e protezione, insieme in una dicotomia continua di significati. Questa è l’ispirazione che ha dato vita alla tecnica del wrapping ideata da Thomas De Falco.
Dopo aver seguito la Scuola d’Arte Applicata del Castello Sforzesco di Milano, per dedizione, passione e spiccato estro creativo, il giovane artista, di origine campana, nel 2005 vince il primo premio agli Awards Young Artists di Tokyo e dal 2010, con la sua prima installazione – Natura Morta W – ospitata dalla Triennale Design Museum inizia la sua ascesa. Le sue affascinanti sculture tessili prendono forma sulla superficie bidimensionale della tela, che, gradualmente acquisisce una tridimensionalità molto riconoscibile.
Durante l’incontro con FlipMagazine, De Falco ci racconta:
“In ogni mia opera, il colore bianco domina sempre ma, nel suo formale candore, nasconde, rende intime problematiche e tematiche sociali forti, come ad esempio la diversità, il rapporto madre-figlia oppure l’omosessualità.”. Ed ecco intravedersi il rosso, amore e dolore insieme, capelli e altri materiali che creano contrasto e rimandano a sentimenti profondi.
“La mia fonte di ispirazione – prosegue – sono principalmente alberi, poi oggetti o persone di cui mi innamoro. Personalizzo trama e ordito e poi procedo con la realizzazione dell’opera di solito a mano libera oppure con telaio circolare. Il risultato finale, spesso, è imprevedibile…tutto dipende dal mio stato d’animo.”.
Dalla tela, inanimata, l’artista passa al corpo che dà vita e respiro alle sue sculture e il passaggio da installazione a performance è pressoché inevitabile.
“Ho iniziato ad applicare la tecnica del wrapping a mani, poi capelli e bocca. Nell’ultimo mio lavoro, Rinascita – ospitato dall’Atelier Les Copains, a Milano, con il supporto di Gloria Maria Cappelletti – ho realizzato un vero e proprio gruppo scultoreo, che ha visto come protagonista la magnetica Benedetta Barzini, con la partecipazione di altri modelli.”
Performance originali che non mettono al centro il corpo, ma che invece attraverso il corpo danno anima a sculture dal denso contenuto artistico.
Eleonora Dafne Arnese
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