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Talk show in TV, una noia assassina
I talk show politici nel mondo televisivo europeo e statunitense sono serrati, polemici, esplorativi, ricchi di contradditorio. In Italia sono di parte, maleducati, soporiferi, una noia tremenda. Non si scappa, cambia il conduttore e gli ospiti, ma il prodotto non cambia. Se c’è Vespa, sembra di assistere a una messa in requiem, se c’è Santoro ad una riunione sindacale, se c’è Paragone ad una festa all’aperto con tanto di chitarra come colonna sonora, se c’è Porro sembra una riunione di signorine che giocano a canasta. Con Floris si ritorna a una festa dell’Unità , senza rutto libero. Il tutto non dà nessuna emozione, tutto già visto, sentito, masticato e mal digerito. La noia è l’unica protagonista vera, che supera tutto e tutti.
La parte del leone la fanno i giornalisti, schierati a dir poco, stipendiati a dir il vero. Feltri cazzeggia a voce alta e a modo suo è un simpaticone. Il direttore di Libero ha sempre un sorrisetto da grande uomo, ma non si capisce il perché. Parla, ma non lascia traccia. Il direttore del Giornale deve avere problemi di colite, è sempre ultra incazzato. Il direttore del Corriere ha l’aria del signorino, non gli pende un capello e sa di bella statuina. Gli altri non li abbiamo neppure notati.
Suggeriamo ai canali televisivi italiani di abolire i talk show politici. Sarebbe un bel risultato di intelligenza e voglia di fare.
Chantal Fortini
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L’Editoriale – di Mauro Pecchenino
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