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Ago 28, 2011 Attualità, Italia
Quando il capitano lascia la nave di solito è il panico. In questo caso i 13 anni di esperienza di Tim Cook fanno ben sperare per il futuro di Apple, società californiana partita da un garage con il sogno di cambiare il mondo. Quando la natura è avversa, come nel caso di Jobs, bisogna capire quando è ora di passare il testimone.
Il discorso che Steve tenne a Stanford in onore della laurea conferitogli ad honorem è un testamento morale, da cui tutti dovremmo prendere spunto: non vivere la vita degli altri, dare valore ad ogni giorno come se fosse l’ultimo. Quando ti rendi conto che devi scendere in panchina, evidentemente, queste parole si riempiono di colori e di vita e ti spingono a superare la tua normale aspettativa vitale.
Jobs ci saluta, con un calo del 7% a Wall Street e il panico degli azionisti, ma è sereno: sa di aver lasciato la creatura che ha accudito per tanti anni in mani esperte e capaci, coadiuvate da un team di specialisti altamente qualificati.
Lo spettro degli anni passati dove tanti CEO hanno collezionato figure imbarazzanti e fallimenti disastrosi sembra, al momento, lontano.
Nella lettera ai dipendenti Tim promette di rispettare la filosofia minimalista ed innovativa di Jobs, tramandandola come fece all’epoca il successore di Chanel. Speriamo bene.
Il sogno dei due ragazzi nel garage, la voglia di innovare e vendere belle cose facili da usare si è, in un certo modo, compiuto.
Apple, con un colpo di coda, ha recuperato terreno e ha stravinto sul mercato dei mobile devices, zona scivolosa ed incerta per il gigante Microsoft, dove le pesanti ricadute si sono fatte sentire.
Consapevole di aver ceduto diritti sulla grafica a Microsoft in cambio di Excel per Mac Apple è andata avanti senza rimpianti, guidata da un timoniere assetato di novità e divertito dagli eventi, sempre più positivi per lui negli ultimi anni.
Wozniak abbandonò all’epoca, Gates si è ritirato a vita privata, Jobs li segue controvoglia: è la fine di un’epoca dettata da grandi menti guidate da sogni inimmaginabili per l’epoca in cui sono stati concepiti. Jobs ora deve riposarsi e godersi quel poco che gli resta nella maniera più serena possibile: il grande transatlantico viene diretto da mani esperte e capaci.
Grazie Steve, per aver regalato a tutti noi il sogno di qualcosa di diverso, semplice da usare e con un design inconfondibile, grazie per aver creduto nei tuoi sogni e aver continuato, nell’animo, ad essere il bambino che superava costantemente gli ostacoli che si trovava davanti. Hai fatto molto per le nostre vite, rendendole più colorate, divertenti e modaiole.
Hai reso il computer veramente “personal”, unico, un oggetto d’uso comune che oggi continua a regalare emozioni.
Marco Sberveglieri
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