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Mar 04, 2017 L'editoriale
Desidero ricordare un amico che se ne è andato troppo presto, a 45 anni. Quando è morto, dopo una lunga lotta con il cancro, io ero in giro preso dai miei impegni che troppo spesso mi hanno fatto saltare alcuni appuntamenti di affetto. Era qualche anno fa e se ne andava Stefano Guatelli, fotoreporter di punta, titolare dell’Agenzia Newpress che a lungo ha lavorato per il Corriere della Sera, Il Giorno e altri importanti media. Stefano era un cronista della fotografia, gli piaceva la cronaca nera ed era sempre sulla notizia. Originario di Parma, anche se nato a Londra, era un uomo con il sorriso sempre pronto e lo sguardo vivace e curioso dietro le lenti da miope. Come me, aveva iniziato a lavorare nel giornalismo, quando ancora indossava i calzoni corti. Per un lungo periodo, tra la fine degli anni Ottanta e la metà dei Novanta siamo stati molto legati, ci si vedeva praticamente tutti i giorni. Si lavorava insieme agli eventi che ideavo e organizzavo in quel periodo. E’ stato autore anche di tutte le immagini di due libri sulle boutique storiche, che pubblicai nel ’91 e ’92. Ci frequentavamo anche in privato con le nostre compagne, lui con la moglie Manuela, che gli è sempre stata accanto, fino agli ultimi giorni. Stefano amava molto la carne, io andavo pazzo per il pesce e sulla scelta delle trattorie nascevano lunghe sorridenti discussioni. Lui è stato un grande fotografo, anche se era noto in tutta Europa per uno scoop epocale, sul quale non si soffermava mai: aveva infatti fotografato e scovato a Londra Ferdinando Carretta, il latitante che da molti anni era in fuga, dopo aver sterminato i propri familiari. Stefano, ansioso e partecipe, instancabile e fedele, amico e compagno di vita, un giovane uomo stroncato dal male. Bye amico mio.
A presto. See you soon. A la prochaine
mauropecchenino@icloud.com
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