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Dic 16, 2015 Cultura, Teatro & Cinema
Foto Federico Riva
Sogni e bisogni. Due sfere che appartengono a ciascuno di noi, che, con sfumature diverse, ci raccontano senza filtri e che, nel corso della vita, possono cambiare, sovrapporsi oppure sopraffare (talvolta in negativo) la nostra quotidianità.
Così, come una sorta di racconto antropologico in chiave comica, il bravo (anche se a volte sopra le righe) Vincenzo Salemme – attore, commediografo e regista napoletano, noto al grande pubblico anche per numerose collaborazioni cinematografiche con registi come Giuseppe Tornatore o Carlo Vanzina – nel 1995 scrive la commedia “Sogni e Bisogni, incubi e risvegli”, ispirandosi al romanzo “Io e Lui” di Moravia. Ma il “Lui” che per Moravia era semplicemente una voce (la voce dell’inconscio), per Salemme diventa l’impersonificazione del “tronchetto della felicità” del protagonista Rocco Pellecchia. Il piacevole spettacolo, in scena al Teatro Manzoni di Milano fino al 1° Gennaio, ruota intorno alla ribellione del “pene” di Rocco che, staccandosi materialmente dal suo corpo, cerca di far rinsavire il suo “titolare” diventato negli anni noioso, spilorcio, trascurato e poco attento a sua moglie.
Sul palcoscenico si alternano altri personaggi che tengono viva e divertita l’attenzione del pubblico. Il frequente misunderstanding alla napoletana –talvolta banale – unito ad un dinamismo scenico, anche in questo caso di traccia partenopea, fanno però dominare la bravura attoriale e di intrattenimento di Salemme che, nel suo duello con Rocco, regala agli astanti stimoli di riflessione di vita, con anche un monologo finale di assoluto impatto.
Un bell’appuntamento che con la sua, non poi così stupida, leggerezza può essere occasione di divertimento culturale a teatro proprio durante il periodo natalizio.
Eleonora Dafne Arnese
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