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Gen 29, 2011 Cosa bolle in Pentola
Per festeggiare il Nuovo Anno, Mirta Carroli presenta i suoi splendidi monili d’autore. Amando da sempre i gioielli, in questi ultimi dieci anni ha creato sculture di piccole dimensioni…da indossare.
Gioielli d’arte, di alta oreficeria artigiana, che ci fanno conoscere tecniche e stili dai più antichi, ai più attuali. Una straordinaria collezione che si modula attraverso i secoli con frammenti di ceramica antica, dal 1200 al 1700. Un salvataggio delle preziose scaglie che richiude tutte le loro ferite, riprendendo cosi’ vita nel recupero e, diventando una pietra preziosa da incastonare con il corallo, il lapislazzolo, la giada, il mosaico per vestire la contemporaneità.
Mirta Carroli, con trent’anni di attività come scultrice, ha al suo attivo mostre in Italia e all’estero: New York, Bruxelles, Shanghai…. Ha usato vari materiali, dalla terracotta al marmo, al legno. Oggi, l’amore per il ferro ha preso il sopravvento e, quando lavora nella sua bottega, nella corte di Palazzo Barbavara, non sente la fatica, concentratissima nel disegnare e tagliare con il suo ugello di fuoco le lastre di ferro in forti strisce, slabbrate e piegate, che creano un notevole impatto visivo ed emotivo. Le sue opere hanno spesso un’analogia con i calanchi, elemento strutturale di Brisighella, sua terra di nascita, nel cuore della Romagna. Si presentano infatti, come fitti solchi longitudinali più o meno profondi, separati tra loro da creste sottili ed aguzze.
La sua ricerca è fatta di equilibrio ed eleganza nella composizione e la sua scultura è personalissima, forte, piena d’ invenzione.
Una passione, quella di Mirta Carroli, che trae origine ed ispirazione dagli antichi ferri forgiati e dagli attrezzi usati dai contadini. Le sue opere di grande dimensione coinvolgono il pubblico verso un’arte moderna, inusuale, “sperimentale”.
L’artista, ha presentato nel Castello di Castel Pergine, inserito in una stupenda valle del Trentino, una mostra con affascinanti installazioni collocate in esterno e negli angoli ricchi di evocazioni del castello. Per tre anni ha lavorato alla sua progettazione, creando un complesso di opere che suggeriscono l’itinerario di un viaggio nel passato e nella storia, sculture che dialogano con il territorio circostante. Nella sua dualità Mirta unisce in sé la dolcezza della terra dei suoi avi all’asprezza del ferro; non parla con le parole, ma con le sue sculture, con un linguaggio fatto di spezzoni, tondini, arnesi vecchi, reperti, frammenti di ceramica, che si pongono con tutta la loro forza e grandiosità, fatta di memorie, di fattura, di stimolazione sensoriale ed emotiva. Grandi e piccole sculture come i suoi gioielli che sfidano le mode e il tempo.
Carla Aghito
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