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Apr 15, 2013 Cosa bolle in Pentola
Roma
Siamo tornati a Roma per alcuni giorni, dopo un periodo abbastanza lungo di visite frettolose. Abbiamo trovato la capitale piena di vita, piena all’inverosimile di gente, in ogni ora del giorno e della sera fino alle ore piccole. In particolar modo, il centro storico è un continuo brulicare di turisti di ogni nazionalità con tanti Americani del Nord e del Sud, battuti solo dai Giapponesi e dai Russi. Poi tutti gli altri, con il naso in su e la voglia di scoprire la città più bella del mondo.
Abbiamo partecipato anche ad un’udienza pubblica di Papa Francesco e piazza San Pietro faceva impressione. Non c’era un centimetro quadrato libero. Una folla felice, entusiasta di vedere un Papa che esprime socialità e calore. Un Pontefice che ci sa fare, si potrebbe dire, dopo la freddezza e il distacco del suo predecessore. Chiedendo pareri a qualche residente, tutti hanno risposto che da quando c’è Francesco sul soglio di Pietro, la città conosce una nuova linfa: tanta gente, tanto lavoro per negozi, bar , ristoranti. Vista dal centro di Roma sembra un’altra Italia, un Paese cosmopolita che sa convivere bene con il quotidiano e la gente del mondo, che lavora, che si dà molto da fare.
Appena si ritorna a Milano, Genova, Treviso, Verona, o altre città ritorna quel senso di tragedia, in un Paese, che politici ladri e assassini, insieme alla cattiva gestione della cosa pubblica, hanno scaraventato nel baratro.
Roma, da qualche bieco personaggio definita ladrona, sembra voler significare come si debba resistere, magari sorridendo ogni tanto e con l’aiuto dello sberleffo, come fanno i Romani, che sono da sempre abituati a vederne di ogni colore, come afferma sempre Maurizio Costanzo.
Certo, aiuta anche il clima, che quando non fa le bizze, come nei recenti inverni, ti fa sentire a casa, coccolato e innamorato: della vita, di quello che ti circonda, di una donna. E Roma, come scrivevano Garinei, Giovannini e Trovajoli sembra esser disposta a reggerti il moccolo stasera. E dà un po’ di carica.
Mauro Pecchenino
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