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Nov 27, 2016 L'editoriale
Negli ultimi mesi non avevo mai avuto il tempo necessario per percorrere Roma nei suoi angoli, con calma e occhio attento. La città, da qualche mese, ha una nuova giunta che ha sempre fatto spontanea dichiarazione di onestà ed efficienza, quindi la curiosità di vedere se qualcosa è cambiato è tanta e legittima. Mi prendo una mezza giornata più una giornata intera e ripercorro in lungo e largo il centro storico e parte della periferia. Il risultato è devastante. Solito casino, solite buche peggiorate, sporcizia ovunque, fin alle soglie dei portoni e dei negozi. Puzza costante, che sembra diventata un leit motiv quotidiano. Pantegane anche in pieno giorno e in aggiunta un numero impressionante di grossi gabbiani che si azzuffano, in mezzo alla gente e ai bambini attoniti. Il tutto sotto gli occhi di vigili che pensano ad altro, di forze dell’ordine che vagano senza meta apparente, mentre un qualsiasi malintenzionato, anche non troppo acuto, potrebbe fare quello che meglio desidera. In tutto ‘sto schifo, gli abitanti sembrano posseduti dal demone del chissenefrega: buttano cartacce a terra, non reagiscono, non fanno nulla. Non fare nulla è ormai lo stile di quella che un tempo lontano era caput mundi. Se si invia una email a un indirizzo a Roma, due volte su tre nessuno risponde. Se si telefona, al numero non risponde nessuno, specie negli uffici, se si cerca di prendere un appuntamento di lavoro, passano i mesi senza risultato. A Roma, da tempo non si conclude nulla, tutto rimane “aperto” in un’inerzia cronica, in un fancazzismo becero e avvilente. E i risultati di questo “stile” sono sotto gli occhi di tutti: la capitale fa pena.
A presto. See you soon. A la prochaine.
mauropecchenino@icloud.com
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