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Mar 01, 2010 Terza Pagina
Rino Gaetano muore in un incidente stradale nel 1981.
Oggi sono numerosi i giovani nati dopo quella data che ne sono affascinati.
I testi delle sue canzoni, sono incredibilmente attuali e, per questo, il suo seguito aumenta a dismisura.
Perché sembra davvero che Rino abbia capito, molto prima di altri, ciò che stava accadendo nella società italiana di allora e soprattutto da vero pioniere, anche di questi ultimi tempi.
Un precursore, un cantante scanzonato per i critici di allora, ma che poteva annoverare, oltre che pezzi non sense come “Gianna”, “Spendi spandi effendi”, “Nun te reggae più” e “Berta filava”, numerosi altri testi, invece, più profondi ed introspettivi, come: “Mio fratello è figlio unico”, “Sfiorivano le viole”, “Io scriverò” che possono fregiarsi di una reale capacità di analisi talmente lucida, da sembrare cinica.
In tutti i suoi brani, è sempre molto forte in Rino Gaetano, lo spirito che ne pervade l’animo: la lotta alle ingiustizie sociali, lo strizzare l’occhio all’anarchia, la forza di attaccare i potenti dell’epoca e di disegnare in maniera perfetta tutti i difetti atavici e senza tempo di questa Italia sempre malaticcia.
Forse una delle canzoni in cui si sente fortissimo questo senso di ingiustizia sociale, desiderio di migliorare la propria vita attraverso la lotta di classe la si può ritrovare in: “Agapito Malteni il ferroviere”. ( “E’ gente che ricorda nel suo cuore errante il misero guadagno del bracciante…parlò delle città di genti emigrate a Gorgonzola oppure a Vimercate”).
Essendo Gaetano un precursore, un anticipatore dei tempi, non è stata compresa all’epoca la sua genialità e, oggi, possiamo ritrovare situazioni ancora attualissime, che lui già descriveva più di 30 anni fa nei suoi testi.
In “Escluso il cane”, per esempio, canta la sua solitudine malinconica ed analizza lo scenario desolante che circonda il jet set, il patinato mondo dello spettacolo. (“Chi mi dice ti amo? Ma togli il cane, escluso il cane…tutti gli altri son cattivi, pressoché poco disponibili, miscredenti ortodossi di aforismi perduti nel nulla…non rimane che gente assurda con le loro facili soluzioni, nei loro occhi c’è un cannone e un elisir di riflessione…paranoia e dispersione…ALLESTITE ANCHE LE UNIONI DALLE DITTE DI CANZONI ).
Proprio in quest’ultima strofa si evince come già Rino denunciasse questo mondo finto e patinato dove le relazioni e i fidanzamenti vengono decisi dalle ditte di canzoni e, forse oggi, dai vari uffici stampa e dai giornali di pettegolezzi che gli gravitano attorno.
Era molto forte nei suoi brani ed in particolar modo per esempio in: “E cantava le canzoni”, la sua storia personale, che lo vede osservare dagli occhi di bambino quale era, i genitori lasciare Crotone per trasferirsi a Roma alla ricerca di una vita migliore.
Proprio la storia dell’emigrante che abbandona il proprio paese con la speranza di una vita ed un futuro migliore, Rino Gaetano la ricorda sovente nei suoi testi malinconici ed introspettivi, dove sono presenti, le vite dei più deboli ed emarginati di una società dove vige la legge del più forte, rappresentato dal potente / potentato di turno o dal ricco / arricchito che fa valere i propri interessi sempre a discapito dei più deboli.
“Al compleanno della zia Rosina”, invece è un testo in cui compare una sorta di triste presagio a quella che sarà poi la sua tragica fine. ( “vedo già la mia salma portata a spalla da gente che bestemmia e che ce l’ha con me, povera la mia cara,… anche lei è finita …la vita, la vita…e Rita si è sposata”).
Chiudiamo, secondo noi, con 2 pezzi capolavoro di Rino Gaetano.
“Mio fratello è figlio unico” è un pezzo che stravolge in assoluto tutto ciò che i critici si aspettavano da lui e dalle sue “marinetterie”, non a caso proprio a loro dedica una strofa significativa ( “Mio fratello è figlio unico perché non ha mai criticato un film, senza prima vederlo…”), indirizzandola a quei critici dell’epoca che poco lo amano e, che in maniera prevenuta, considerano tutte le sue canzoni, ancor prima di ascoltarle, le solite filastrocche un po’ sciocche e condensate da rime baciate ed alternate prive di qualsivoglia significato.
Facciamo nomi e cognomi: visitando qualche pezzo storico su youtube, citiamo per esempio Maurizio Costanzo e Gianni Boncompagni, entrambi i conduttori lo trattano con sufficienza, in due distinte trasmissioni televisive, presentandolo prima di una sua esibizione.
Anche in “Mio fratello è figlio unico” non poteva mancare un riferimento all’impegno sociale che Rino Gaetano metteva, quasi sempre, in ogni sua canzone.
(“Perché è convinto che esistono ancora gli sfruttati, malpagati e frustrati, mio fratello è figlio unico: sfruttato, represso, calpestato e odiato…mio fratello è figlio unico deriso, frustrato, picchiato e derubato…mio fratello è figlio unico dimagrito, declassato, sottomesso, disgregato…)
“Io scriverò” è la sua canzone, senza dubbio, testamento.
Ascoltatene il testo, vi farà emozionare.
Ciao Rino.
Norman di Lieto
happy wheels
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