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Mag 06, 2014 Terza Pagina
Jeannette Montgomery Barron, Robert Mapplethorpe, 1987 – Foto Ufficio Stampa Collezione Maramotti
Reggio Emilia
C’è una fotografa che ha immortalato la scena artistica nella New York degli anni Ottanta, il cui centro era naturalmente la Factory di Warhol. Lo ha fatto ritraendo figure poi diventate icone di un’epoca di grande vivacità, con la naturalezza e lo stile di chi condivide un’atmosfera.
Si chiama Jeannette Montgomery Barron, a lei è dedicata la mostra Scene. Photographs of the 1980’s New York Art Scene, alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia, la collezione d’arte che ha trovato spazio nella ex sede dell’azienda Max Mara. La mostra è stata inaugurata alla presenza della fotografa americana, che dal 2003 vive a Roma, in occasione di Fotografia Europea, un evento che porta in città la grande fotografia internazionale. La mostra presenta una selezione di ritratti fotografici in bianco e nero di artisti, galleristi, critici e dealer del calibro di Andy Warhol, Keith Haring e Jean-Michel Basquiat, e dei fotografi Robert Mapplethorpe e Cindy Sherman, molti dei quali amici di Montgomery Barron. Quasi esclusivamente scattati con la sua Hasselblad all’interno di ambienti domestici, in studio d’artista o nei club, ad eccezione di Enzo Cucchi e Luigi Ontani, fotografati tra i monumenti di Roma, le immagini offrono l’occasione di riflettere sul rapporto tra l’artista e le opere d’arte, che spesso compaiono sullo sfondo o a fianco a loro, nonché tra l’arte e la fotografia stessa. La selezione delle fotografie che ritraggono artisti americani come Alex Katz, David Salle, Julian Schnabel, Francesco Clemente, Ross Bleckner crea poi un ponte con alcune delle opere ospitate nella collezione permanente, fortemente vocata all’arte americana degli anni Ottanta e Novanta. I dettagli di graffitismo, neoespressionismo e new geometry consentono al visitatore di contestualizzare, con un colpo d’occhio, le opere e lo stesso può dirsi del capo di abbigliamento più tipico: la T-shirt.
La mostra è accompagnata da un piccolo libro My years in the 1980s. New York ArtScene, che raccoglie in forma di diario le testimonianze storiche e critiche, e aggiunge un tassello alla ricostruzione del mondo dell’arte di quel periodo nell’East Village e a Soho.
Alessandra Azzolini
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