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Mag 07, 2011 Terza Pagina
Riprendiamo la pubblicazione del Romanzo, con la V e la VI pillola. Come ricordiamo è firmato da un saggista che in questo caso rimane anonimo.
Il Romanzo continua ad essere pubblicato a puntate, in pillole. Un editore importante è oltremodo accetto per la pubblicazione cartacea.
A tutti buona lettura.
E’ a East Finchley, lungo una strada senza persone, solo case e qualche macchina, non sa cosa fare e decide per un pub appena aperto. Entra, ordina una birra rossa e si siede stanco e senza idee.
E’ arrivato a oltre metà giornata e non ha combinato nulla, ordina un’altra birra e uno scotch egg, mangia e beve senza pensare.
Un’altra birra, un’altra birra, un sandwich al prosciutto formaggio lattuga e cetrioli, una birra.
Esce dal pub, ha bevuto litri di birra e ha la testa pesante. Cerca un taxi e ritorna in albergo.
Accende la televisione e cerca un programma sportivo.
Un aereo affollato, le hostess distribuiscono il solito pasto plastificato, una ragazza abbronzata, con i capelli corvini occupa un posto su una fila da tre e gli altri posti sono vuoti. Un uomo si avvicina, l’abbraccia e si sdraia su di lei.
Un cavallo nero corre su un campo senza confini, un uomo lo rincorre senza speranza.
Una gruppo di uomini dalla pelle nera parlano intorno a un fuoco, uno di loro, con la pelle bianca e nera tira fuori da un sacco un strano strumento e suona una nenia, cantando in francese .
Una donna si spoglia davanti a un giovane nudo che beve una bevanda scura, lui la guarda senza parlare.
Un uomo scrive poesie sui muri di una casa, un altro legge ad alta voce una strana litania.
Tutti dormono dubbiosi.
Un’altra notte agitata, Paul si alza e guardandosi allo specchio si fissa nella mente un concetto preciso: “Non devo bere, perché mi fa stare male e alla mattina mi alzo rincoglionito”.
Ogni volta però ricade in tentazione e alla vista di birra, whisky e vino, nell’ordine, si dimentica tutto e diventa una similspugna.
Anche come bevitore è un senza patria.
Essendo nato a Londra ha come punto di riferimento la birra, il padre italiano gli ha trasmesso l’abitudine al vino, la lunga esperienza di lavoro a Parigi lo ha avvicinato ancora di più al vino, rosso in particolare e a cognac, armagnac, calvados. La significativa permanenza a New York e quella più breve a Boston lo hanno convertito a whisky e gin. Un uomo cocktail, senza la vocazione dell’alcolizzato, infatti Paul alla sua forma fisica ci tiene e trova sempre l’occasione per fare moto , camminare per chilometri e frequentare palestre.
Proprio in una palestra di Londra ha incontrato una donna che ha contato molto nella sua vita, Susan, una storia finita da tempo, durata nove anni.
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VI Parte
Lei era una ventenne o poco più con i capelli scuri lisci sulle spalle, non alta ma proporzionata, gambe bellissime, occhi da cocker, labbra carnose, seno contenuto e extra sodo, molto disponibile a far l’amore in qualsiasi momento della giornata e anche della nottata.
Paul e Susan hanno diviso anche un periodo di vita in comune, in una casetta nei pressi dei Kew Gardens, nella zona sud della capitale inglese.
Lei lavorava in una compagnia marittima, coniugando il suo carattere allegro con la predisposizione naturale al sesso e le due cose si alleavano in ore di grande godimento per entrambi. Poi preparavano cene modeste, ma succulente e qualche bella bevuta. Una donna che rimane impressa Susan, una donna difficile da dimenticare.
Un giorno se ne era andata, lasciando una lettera nella quale spiegava la sua voglia di avere un uomo meno volubile di Paul, più terreno, più legato alla realtà e magari capace di mettere insieme una famiglia o almeno una vera coppia.
I due non si erano più incontrati, anche se Paul ricorda sempre con piacere le gambe perfette di Susan che gli stringevano i fianchi mentre il suo culetto marmoreo si muoveva a ritmo di rodeo.
Bei momenti, vecchio mio, si diceva quando il vino o la birra stavano raggiungendo livelli di guardia.
Susan aveva anche una notevole passione per il ballo e per tutto ciò che veniva dai Paesi caldi, dall’Africa in particolare.
Spesso voleva andare a ballare in un locale vicino a Islington dove impazzava la musica africana e afrocaraibica. In quel locale c’era alla consolle un nero molto bello, Michel che Susan guardava con attenzione.
Di solito Paul odia il ballo e lo usa solo come esercizio fisico per sudare un po’, però ogni volta che entra nel locale di Michel sente uno strano senso di inquietudine, come se si fosse già trovato molti anni prima tra quelle mura e conoscesse la vita di tutti e, specificamente, la storia di tutti i frequentatori di pelle nera.
Una sera continuava a fissare una ragazzona nera, con seni della quinta misura, gran sedere alto e gambe che non finivano mai. A un certo punto si avvicina e attacca discorso, la ragazza risponde con un sorriso e gli chiede di offrirle un drink.
Paul ordina due gin tonic e tra una risata e un aneddoto ne bevono tre.
Lui è elettrizzato, quasi inebetito, parla guarda e a tratti accarezza la schiena nuda e muscolosa della giovane. Poi le accarezza il viso, con dolcezza come se la conoscesse da tempo, poi le gambe, mentre lei continua a conversare con simpatia.
Si baciano, un bacio lungo come la trasmissione di un messaggio che dura nel tempo.
Si abbracciano senza indugi. E’ agitatissimo, si sente tremare le mani come un ragazzino alla prima cotta, l’emozione lo fa balbettare, lei sorride ma sempre con simpatia e complicità.
Lui si alza, la prende per mano e si rende conto di essere superato in altezza di quasi dieci centimetri, la guarda e ammira questo corpo formoso e pieno, è eccitato e turbato nello stesso tempo.
Lei indossa un vestito beige con la schiena nuda, lungo alle caviglie con uno spacco laterale non profondo, il seno viene in avanti e immaginate voi ( … continua )
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