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Nov 25, 2010 Terza Pagina
Continuiamo con la nostra iniziativa e pubblichiamo la seconda ( pillola ) del Romanzo.
Paul è un quarantenne apolide, vissuto per lunghi periodi in Gran Bretagna, Italia, Francia, Stati Uniti, un uomo robusto, sempre in movimento, né alto né basso, capelli esageratamente folti, forte come un mulo, colto e curioso, pieno di interessi, amante della pittura e del cinema, buongustaio di moderato appetito, vestito con apparente distrazione.
Nella sua vita non ha mai capito dove sia meglio stare e dove sia la sua provenienza reale.
Il padre, un italiano senza grandi slanci con poca voglia di stare con gli altri, la madre un’inglese dolce e taciturna, con gli occhi tristi e il senso della casa, come rifugio pulito e ordinato.
I suoi genitori sono state due presenze invisibili, li aveva visti con regolarità fino a vent’anni, poi aveva incominciato a girare il mondo, rivedendoli di tanto in tanto. Tutto senza grandi slanci, quasi come fossero tre estranei che ogni tanto si ritrovano.
Da piccolo, a scuola parlando con gli amici sentiva che gli altri genitori erano diversi, più presenti, sicuramente più noiosi e appiccicosi.
I suoi sembravano sempre avere mille cose per la testa, ma non le raccontavano, tutto rimaneva in quei corpi silenziosi, sempre un po’ appartati.
Paul nel corso della sua infanzia aveva sempre avuto la sensazione di non appartenere a quella coppia, di essere capitato lì per caso.
Aveva anche cercato di parlare con altri parenti, ma non esistevano nonne e nonni, tutti erano già morti, zii neanche a parlarne, insomma i suoi genitori erano due anime sole, iniziavano e finivano con loro, senza parenti e senza amici, soli, solitari, quasi senza storia.
Aveva cercato di conoscere altri parenti, ma dopo tanti tentativi andati a vuoto, si era rassegnato, la sua famiglia era lì, lui sua madre e suo padre, fine.
L’infanzia e gli anni della scuola elementare, inferiore e superiore erano passati senza grandi traumi e senza particolari slanci, tutto filava via tra un’esercitazione in aula, qualche bel voto e piccoli rimbrotti degli insegnanti. Un buon allievo, attento e volenteroso, di buona famiglia, senza ricchezze e senza che i suoi desideri rimanessero troppo delusi.
Gli altri avevano motociclette e macchine fin da ragazzini, lui aveva buoni libri e iscrizioni a circoli sportivi.
Un ragazzo soddisfatto, tutto sommato.
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