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Rae Martini, le fiamme per creare e distruggere
Immagine dell’artista Rae Martini
Notte e giorno. La città che cambia luce, cambia volto. La città che si trasforma, si colora e si sporca, decadente. La città che attraversa lo sguardo, che penetra con i suoi suoni, che entra dentro.
Una città che, per Rae Martini, passa anche attraverso le sue mani, la sua visione e il suo codice artistico.
Così, il giovane artista italiano, si racconta a FlipMagazine in occasione dell’uscita del cortometraggio – realizzato da VideoRize e diretto da Sara Tajariol – che lo vede protagonista. Il video è la naturale evoluzione del più ampio progetto editoriale 24 CARAT DIRT, edito da Damiani. La monografia mostra un excursus sull’autore, le sue trasformazioni in più di vent’anni di lavoro e le numerose esperienze internazionali che lo hanno visto coinvolto. Dal lettering ai graffiti, fino alla pittura, Rae è riuscito a definire un suo stile ben riconoscibile.
“Come ogni artista – ci confessa – anche io vivo, seppur indirettamente, delle contaminazioni. Da writer, sono state fortissime per me le influenze dei maestri newyorkesi. Con il mio passaggio alla tela, ammetto che autori come, ad esempio, Antoni Tàpies, Jacques Villeglé o Mario Schifano, esercitano su di me un fascino indescrivibile, soprattutto per l’atmosfera, a tratti cupa ed inquietante, che sono riusciti a creare nei loro lavori. La mia pittura, però, fortemente introspettiva, è frutto di una continua sperimentazione personale.”
Ma l’aspetto che rende davvero unico il codice pittorico di Rae Martini è la fiamma. Così le sue tele – intreccio originale di pittura, lettering e materia – prendono corpo come in una performance, attraverso le fiamme vive che, nel momento della creazione, si riflettono nelle pupille di ghiaccio dell’artista e trasudano un’energia contrastante, dicotomia costante tra creazione e distruzione, influenze di scenari urbani e ricerca costante del proprio io.
Eleonora Dafne Arnese
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