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Mar 20, 2012 Attualità, Italia
Philippe è un ricco uomo di mezza età che è diventato tetraplegico in seguito a un incidente avvenuto mentre faceva parapendio e per questo ha bisogno delle cure costanti di un assistente, di una persona che sia al contempo “le sue braccia e le sue gambe”. Non soddisfatto della schiera di candidati molto referenziati che si sono sottoposti alla selezione, finisce per assumere Driss, un giovane svogliato e strafottente che viene dall’ambiente delle banlieue parigine e che è appena uscito di prigione. I due sono diametralmente opposti, uno colto, raffinato, appassionato di arte e di musica classica, e l’altro invece sfacciato, abituato a vestire in tuta e ad ascoltare solo la musica del ghetto. Non si capisce come, ma i due finiscono per piacersi e a poco a poco trovano il modo di convivere trasmettendosi a vicenda il meglio delle proprie personalità. Driss diventa più gentile e sensibile, smette di rubare, comprende il valore di un lavoro onesto e si avvicina persino all’arte, Philippe invece si apre di nuovo alla vita, torna a fare parapendio e si avvicina addirittura ad una donna. Questa la trama di “Quasi Amici”, il film che ha ottenuto il risultato di essere il più visto di sempre in Francia. La storia di amicizia che si racconta è davvero unica, vera, senza filtri e oltrepassa le barriere sociali. Il rapporto tra i due protagonisti è estremamente positivo perché propone una riconciliazione e offre una speranza. I toni con cui i due registi, Olivier Nakache e Eric Toledano, scelgono di raccontare questa storia sono quelli della commedia amara. Il soggetto è grave ma viene affrontato con leggerezza, mai però con banalità. Si ride, si ride molto, la pellicola riserva momenti di puro divertimento e trovate esilaranti; invita a sdrammatizzare, cercando di trovare il lato positivo anche nelle situazioni più dure e a non abbattersi, perché un modo per andare avanti c’è sempre. Il film è basato su una storia vera e stupisce, in maniera positiva, sapere che, non solo sulla pellicola ma anche nella realtà, possono esistere casi in cui si crea un rapporto così forte che supera le barriere fisiche in un caso e sociali nell’altro all’insegna della solidarietà.
Barbara Pellegrini
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