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Dic 03, 2012 Attualità, Italia
“A proposito di politica: non è che si potrebbe mangiare qualchecosarellina?” (Nicolino Capece in “Fifa e arena”)
Di questi tempi è molto difficile parlare di politica italiana senza cadere nel qualunquismo e senza imbattersi in discorsi del tipo : “Chi voterai alle prossime elezioni?” “Il meno peggio”. Come se il male minore non fosse sempre e comunque un male. Ma la questione è che la politica italiana è un male grande, anzi no: gigante. È un male che ci portiamo dietro da anni ormai, forse da sempre, tralasciando qualche breve periodo illuminato.
A questo punto però c’è da chiedersi se siano i politicanti il vero problema. Insomma, loro non fanno altro che rappresentare bene o male un certo tipo di Italia: Berlusconi che a 76 anni suonati si comporta come se ne avesse 20, trash, volgare, puttaniere e milionario, portatore non sano di valori condivisi o comunque condivisibili dall’italiano medio. Monti con la sua sobrietà rappresenta anche lui una certa Italia che vuole apparire per bene ma poi sotto sotto ti frega. Poi c’è il PD con Bersani che tra una metafora e l’altra è in politica da trent’anni, forse perchè diretto discendente di Ramses, mummificato anche lui. Sempre all’interno del PD abbiamo Renzi, giovane tra i vecchi, che proponeva il rinnovamento della classe dirigente. Certo lui ha ragione, bisogna mandare avanti i giovani, basta con queste cariatidi che affollano i piani alti della politica italiana. Ma poi a pensarci bene, fermiamoci un attimo: ma di cosa stiamo parlando? In un’Italia dove il tasso di disoccupazione giovanile è salito al 37%, dove le menti migliori se possono emigrano all’estero e se non possono spesso finiscono a fare i camerieri. Ma davvero: di cosa stiamo parlando? La proposta di Renzi non deve neanche essere pronunciata, dovrebbe essere attuata e basta. È come se un politico venisse votato solo perché propone pane e acqua per tutti. No così non va. Poi c’è Vendola, che alle primarie aveva perso ancora prima di scendere in campo. Dulcis in fundo, c’è Grillo comico-dittatore dei giorni nostri, che dice di non essere un politico, ma intanto fa politica, volgare quasi quanto Berlusconi, aggressivo forse come pochi, i suoi diktat vanno rispettati più dei dieci comandamenti, sennò fuori dal Movimento 5 sberle!
Pare che a febbraio si andrà a votare, Maya permettendo e già molti dicono che rinunceranno al loro diritto di voto (grande stupidata, da immaturi). Forse occorrerebbe un po’ per tutti cambiare prospettiva, cercare nei candidati almeno un aspetto positivo, una proposta condivisibile, insomma qualcosa in cui credere. Votare innanzitutto, perché votare è un dovere imprescindibile ed è un diritto sacrosanto, e poi impegnarci tutti quanti per cercare di migliorare le cose. Perché se tutto va male la colpa è anche nostra. Noi che diamo troppo spazio alle loro idiozie piuttosto che alle cose concrete. Ad esempio, basta parlare dei festini di Berlusconi e delle sue barzellette che racconta anche quando crede di parlare seriamente. Concentriamoci su altro, impegniamo le nostre energie in questioni reali. Potremmo iniziare ad esempio andando a votare, ecco. Maya permettendo.
Paola Tudino
paolatudino@gmail.com
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