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Giu 10, 2017 Attualità, Italia
In questi giorni Matteo Salvini parlando con i media ha affermato che il suo partito vuole esportare nel resto d’Italia il format positivo di tre regioni governate dal centro destra e, due in particolare dalla Lega, e si riferiva è ovvio a Lombardia, Veneto e Liguria.
Di solito, il nostro giornale prende le parole del chiacchierone padano con le pinze e non se ne occupa. Si sa, è lì da vent’anni, il suo partito ha governato con Berlusconi e ciò che hanno fatto è pari al solito Nulla che poi è proseguito con i vari Monti, Renzi and Co.
Su un paio di cose l’urlante politico però ha ragione: sulla legge Fornero, un obbrobrio schifoso e degradante per i lavoratori italiani e sui profughi, lasciati in balìa del mare e dei magnifici soccorritori che li accolgono sulle coste, senza il minimo progetto governativo, così con un’accoglienza selvaggia, a cazzo, che ha procurato tanti disperati che bivaccano senza meta negli angoli delle nostre città e covano spesso un odio che non sappiamo come sfocerà, in qualche modo sfocerà.
Però tornando alle tre regioni di cui sopra, non sappiamo a cosa si riferisca. Ci sembrano le solite chiacchiere.
Il Veneto è la regione che ha perso, in proporzione, più posti di lavoro, con tante chiusure drammatiche e la fine del cosiddetto magico nord est. Inoltre, da quelle parti sono avvenuti numerosi suicidi di piccoli imprenditori e lavoratori che hanno messo il lutto su questi ultimi anni. La Liguria è una regione dove il lavoro è sempre in crisi da anni. In pratica, a Genova e dintorni non ci sono più aziende e i giovani campano grazie ai genitori e a lavoretti barcollanti.
Infine la Lombardia, regione strombazzata del dopo Expo (di per sé tutt’altro che un successo), ma che oltre alla disoccupazione (in Italia oltre il 38%) anche qui alta (alcune start up di successo non fanno certo il mercato) e al degrado all’italiana, ha nelle sue città, Milano in testa, una polveriera rappresentata da centinaia di giovani, per ora inermi, sbarcati da noi e lasciati randagi, che stazionano ai lati delle nostre strade. FlipMagazine ha fatto un ampio e dettagliato giro a Milano e ha contato, tra la stazione Garibaldi e la Stazione Centrale, centro storico compreso, circa 400 (ripetiamo quattrocento) ragazzi neri, con un cappellino in mano per le elemosine che in silenzio guardano la gente che passa e li ignora. Tutto intorno, le notizie e la propagando sul terrorismo, per il quale basta il passaparola. E questo sarebbe un modello, ma ci faccia il piacere. Sicurezza, lavoro, disoccupazione, degrado, questi sono problemi, altro che puttanate.
Mauro Pecchenino
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