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Italia: un Paese senza medicine
Illustrazione dell’ Inferno di Dante.
I colleghi dei grandi quotidiani si stanno spremendo le meningi per trovare una soluzione e un suggerimento per un nuovo governo. Fanno una grande fatica e rimangono frustrati, perché soluzioni non ce ne sono. In realtà in Italia si è generato un caos che non ha soluzioni valide e tantomeno immediate. Anzi, a parer nostro, il danno è tale che crediamo, non siamo pessimisti ma solo realisti, non sia possibile trovare alcuna soluzione per raddrizzare in maniera sostanziale questo Paese.
Governi fasulli, politici truffaldini e una gestione disonesta e anacronistica della cosa pubblica hanno portato l’Italia in una cloaca, dalla quale è quasi impossibile uscire. Bisogna rendersene conto. E’ inutile perdere tempo in chiacchiere da talk show, perché non serve a nulla. Bisogna impegnarsi, sacrificarsi, togliere potere alle banche , fare una rivoluzione, ma vera, grado per grado, fino a un totale azzeramento della situazione e della gentaglia che ha avuto il potere finora.
Non è pensabile che ci riesca Grillo, lui ha solo innescato la bomba, se non si perderà potrà dare un forte contributo, ma ci vuole la collaborazione di tutti coloro, compresi i grandi imprenditori, che potranno dare una mano. Con un capo dello Stato che faccia da garante, più di Napolitano che ha perso di vista molte cose. In prima istanza, bisogna azzerare le Camere, via tutti, ma sul serio, cancellare il finanziamento ai partiti, cancellarei partiti, intanto non servono a niente e pensano solo ad allungare le mani. Bisogna procedere per gradi, ma con forza. PD e PDL sono già finiti: il primo fa solo casino e non ottiene nulla da sempre, il secondo senza il folletto brianzolo è una nullità, si è già visto.
Quindi vada avanti Grillo, fino ad ora ha solo distrutto, ora bisogna ricostruire e sarà molto più difficile. Così procedendo qualcosa migliorerà, ma non illudiamoci, l’Italia è un Paese ferito gravemente e le medicine durature non sono vicine.
Mauro Pecchenino
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L’Editoriale – di Mauro Pecchenino
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