Flipmagazine Pensioni minime in Italia

Poveri, dolci vecchi

Mag 13, 2013 L'editoriale

Si parla di politica sporca, di inciuci, di gente che prima si insulta e poi si compatta per il potere, si parla di falsità, di schifo, di facce senza dignità, di gentaglia che guadagna un sacco di soldi. Si parla di Banche assassine, che affossano la gente inerme.Si parla di aziende che chiudono, di imprenditori che agonizzano, di giovani senza lavoro e che perdono il poco lavoro che hanno appena trovato a fatica. Si parla di cinquantenni licenziati, che non sanno come pagare l’affitto e il mutuo, si parla di non riuscire ad arrivare alla fine del mese. Si parla di mancanza di futuro, di perdita della speranza e della dignità. Sui media è facile vedere disperazione, tragedia e lacrime. Un’Italia così non si vedeva dal dopoguerra, ma in quegli anni c’era la speranza, la voglia, la forza di costruire e ricostruire. Oggi, c’è un senso di disperazione che assomiglia all’Aquila del dopo terremoto. Qualcuno all’epoca, un politico gaudente e gaglioffo, prendeva in giro gli Aquilani promettendo che avrebbe risolto tutto in pochi giorni . Come sempre erano balle e tutto è rimasto nelle macerie, come è questa Italia. Si parla di un Paese in disfacimento. E’ tutto molto, troppo vero. Ma una cosa ho notato e mi fa ancora più male: nessuno parla del dramma di chi oltre alla speranza ha perso anche la gioventù, in un’Italia che diventa sempre più popolata da vecchi. Gente che riceve un bonifico di 400 Euro al mese e nessuno fa niente per loro. Vecchi che hanno bisogno di medicine, di due pasti caldi al giorno, di un tetto sulla testa. Come fanno con 400/500 Euro al mese? Nessuno pensa alle pensioni minime, non c’è alcuna idea, in nessun programma di partito, Grillo compreso. Poveri, dolci vecchi, che ci hanno aiutato a vivere e a crescere, con la loro esperienza e il loro amore. Il cuore mi si stringe. Non tutti si chiamano Giorgio Napolitano.
A presto. See you soon. A la prochaine.
mauropecchenino@tin.it