Pellegrinaggi

Feb 14, 2017 L'editoriale

Ogni tanto mi piace ritornare negli angoli del mondo dove ho già trascorso momenti piacevoli. Una visita, un soggiorno, alcune notti d’amore. Li chiamo “i miei pellegrinaggi” e mi fanno stare bene. Mi piace ricordare, ritrovare e ricercare momenti di un tempo passato che sento ancora in qualche modo sulla pelle. Trovo che ricordare, guardando però sempre avanti, sia un esercizio di vita molto stimolante. Io penso sempre a idee, a cose e fatti nuovi, però ho il mio passato sempre a portata di vista, di mano. Quando sono a Londra vado spesso nei locali che esistono ancora e mi ricordo quando da adolescente sgranavo gli occhi su tutto e poi facevo la spugna nei luoghi dove mi sono formato, dove ho studiato, dove ho imparato tante cose. A Parigi, sono legato per alcune storie d’amore, non tutte importanti allo stesso modo, ma piacevoli nel ricordo. Mi piace così ritornare in angoli dove sono stato con loro, anche se di nessuna ho notizie e sono passati un po’ di anni. Le immagino sempre giovani e felici, là nella città dell’atmosfera d’amore. A New York vado a trovare i posti dove ho lavorato e studiato, li guardo da fuori, con il naso in su e mi ricordo quando mi impegnavo a imparare e a far bene il mio lavoro, con una voglia mai sopita di internazionalità. Roma invece mi ricorda le mie camminate, anche di 10 e più km e il gusto mai placato di raggiungere una trattoria di quartiere dove assaggiare un piatto verace, chiacchierando con l’oste. A volte, penso che se non avessi iniziato a viaggiare a tredici anni, senza mai fermarmi, sarei stato un uomo incompleto, scarnificato, infelice. Il viaggio mi ha dato la vita, ho imparato tanto e ancora oggi non smetto mai. E, grazie ai miei pellegrinaggi, passato e presente non mi abbandonano mai.

A presto. See you soon. A la prochaine.

mauropecchenino@icloud.com

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