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Apr 21, 2013 Le rubriche di flip, No!
Basta talent show, per pietà. Ormai sono un esercizio inutile. E’ chiaro che servono solo per riempire i palinsesti asfittici della televisione. Sono attivi in tutto il mondo, è vero, ma questo dato di fatto non ne giustifica l’esistenza: sono inutili in ogni parte del globo. Certo, qualcuno è un poco meglio, come l’italiano Amici, che la virile De Filippi gestisce con buoni partner e garantisce qualche scampolo di carriera futura. Ma anche questo ha alla base una squallida retorica che rovina tutto. Tutti si vogliono bene, si abbracciano, si salutano e i coach sono amabili e severi insieme. Una noia tremenda. X Factor, con i giudici che litigano è il più scarso di tutti, si capisce che è fatto per rendere spettacolare la lite tra gente che sta lì a scaldar le sedie.
L’ultimo arrivato The Voice of Italy vuol esser diverso, ma fa fatica a distinguersi. I giudici /coach sono più amabili, ma Carrà e Pelù sono vecchie glorie che giocano a far gli evergreen. Noemi è giovane, ma indefinibile: poca personalità e sorriso sempre stampato in volto, non si capisce il suo talento. Richard Cocciante è l’unico che ha una carriera universale in tutto il mondo e fa un po’ tenerezza, in fondo si butta via, in quel contesto.
E su tutto comandano le lacrime: tutti piangono, a fiumi: dai concorrenti, ai giudici, ai parenti, la presenza più insopportabile e inutile. C’è anche una specie di conduttore, tale Troiano, ma è meglio lasciar perdere. Uno spettacolo penoso, noioso, lento, un ritmo tipico del talent show.
Basta, ‘sta roba sta facendo la fine dei cosiddetti reality: ciarpame da evitare, sempre.
Chantal Fortini
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