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Ott 30, 2013 Cosa bolle in Pentola
Lugano
Il rapporto con la diversità e la malattia, in modo particolare, può creare smarrimento, nodo alla gola, voglia di voltare lo sguardo altrove. Uno spettacolo di danza, l’armonia per eccellenza, la perfezione fisica che si muove sui ritmi di una musica che coinvolge, dà sempre l’idea della ricerca del bello in assoluto, a volte anche fine a se stesso.
Tutto questo viene messo in discussione se si assiste ad uno spettacolo della Compagnia di Danza MOPS Dance Syndrome, fondata a Locarno nel 2008 e vista di recente sul palcoscenico del Teatro Cittadella 2000 di Lugano. Guidati dalla regista e coreografa Ela Franscella, tre danzatori portatori della sindrome di Down si muovono rapiti dalla musica e abbandonano i loro corpi ad un gioco del movimento, che inchioda lo sguardo e a tratti rapisce. Amedea Aloisi, Simone Lunari, Stefano Rossi liberano il corpo in una ricerca naturale di libertà e mistero, tra misticismo e abbraccio universale. Un evento particolare, strano, anche spiazzante, che nel nome della danza può raggiungere un nuovo ecumenismo. A lato dello spettacolo, una bella mostra di disegni sulla danza, con silhouette di ballerine in pose plastiche, firmati dall’artista tedesco Reinhold Rudolf Junghanns, nella sua mostra “Tanzen” voluta dalla galleria di Milano, Artespressione, dalla sua titolare e deus ex machina Paula Seegy e curata da Matteo Pacini..
Su tutto, la mano organizzatrice del Juvenilia International Club di Lugano, un gruppo di giovani donne professioniste e imprenditrici, sotto i trentacinque anni.
Mauro Pecchenino
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