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Mina, la grande interprete delle vocali
Passano gli anni, passano le mode e Mina rimane l’interprete faro della canzone italiana nel mondo.
Una voce unica, irripetibile, una capacità di sviluppare il proprio stile e una indelebile base di swing che nel mondo ha pochi eguali. Continua la sua strada, da Tintarella di luna (che ancora oggi nei remix dance riempie le piste), ai successi d’autore che hanno lanciato Gino Paoli (Il cielo in una stanza) e Fabrizio De André (La canzone di Marinella), per poi passare ai pezzi immortali di Lucio Battisti, fino ai prodotti che continua a immettere sul mercato, scegliendo tra mille e più proposte di autori , anche sconosciuti, con l’ausilio del figlio, produttore e arrangiatore, Massimiliano Pani. E proprio questa attività di ricerca e selezione, negli ultimi decenni ha reso ancora più unica l’interprete italiana.
I suoi lavori sono così una panoramica, spesso anche molto valida, di ciò che rappresenta in questi anni una fetta del panorama autorale italiano, nel campo della musica pop. – Brava – Mina Mazzini, tanto per citare il titolo di un suo divertissement virtuoso, che dimostra cosa sa fare con le note e l’intonazione. Mina diventa così un’interprete senza tempo, anche nei duetti, dove riesce a valorizzare anche voci, tutto sommato solo di routine, come quella di Rosario Fiorello.
L’aspetto che però fa di Mina un’artista senza rivali e precedenti è la sua capacità, veramente singolare e originale, di cantare le vocali, trasformando ogni sua interpretazione in un unicum, proprio (e non solo) per questa sua caratteristica. I testi che interpreta diventano – miniani – grazie al suo trattamento di a, e, i, o u, una sorta di chiave musicale per far diventare ogni pezzo qualcosa di diverso, inimitabile. Infatti, i tanti imitatori di cui l’Italia è purtroppo strapiena e che hanno scimmiottato Mina , compresa Loretta Goggi, la più professionale, intervengono soprattutto sulla mimica facciale, sulle mosse, sui gesti, perché la voce e il canto delle vocali è inimitabile.
Mauro Pecchenino
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L’Editoriale – di Mauro Pecchenino
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