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Nov 08, 2015 L'editoriale
Dopo la chiusura di EXPO 2015 sui media si sono moltiplicate le menzioni di elogio a Milano, per il risultato ottenuto. Qualcuno ha parlato, come già in passato, di capitale morale e di città guida del Paese, con lo sguardo al futuro. Anche un giornalista di esperienza, che conosce bene la città, come Giangiacomo Schiavi del Corriere della Sera, ha scritto di Milano universale, in un suo editoriale. Vista la situazione penosa di Roma, è evidente che Milano riesca a sembrare una città quasi all’avanguardia, ma chi la vive nella vita di tutti i giorni, credo che non la pensi così. Milano è una città dove alcune cose funzionano, come le settimane della moda e del design e anche EXPO ha avuto un discreto successo nei mesi di settembre e ottobre. Però molte cose non funzionano affatto. La città è caotica, maleducata, inefficiente, non sempre sicura, molto spesso sporca. I trasporti funzionano a singhiozzo e anche dal punto di vista culturale offre pochino: qualche mostra, qualche piccolo evento ma, a parte le settimane che citavamo prima, di moda e design è assai addormentata. La tanta lodata revisione della darsena ha i suoi lati senza dubbio positivi, ma è anche buia, contorta nel visitarla, un po’ obsoleta. Quindi, non mi lascerei andare a facili entusiasmi e fanfare inutili. Tra l’altro, cosa dire di tutti i questuanti (tanti Italiani) che, per chi va sempre a piedi come chi scrive , ogni cento metri , chiedono soldi e buoni pasto? Per carità, passiamo una larga parte della nostra vita all’estero e a Roma e vediamo un po’ ovunque che ci sono problemi, ma cantare vittoria per una EXPO andata solo benuccio, mi sembra la solita litania alla Renzi e Berlusconi: tutto va ben madama la Marchesa, recitava una vecchia canzoncina. La realtà è ben diversa.
A presto. See you soon. A la prochaine
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