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Feb 08, 2014 Terza Pagina
La venue è una bianca perla architettonica, dal fascino un po’ decadente, ubicata nel cuore verde di un parco milanese, che sembra pulsare grazie alle eleganti note dell’orchestra. Questo è il dipinto che l’evento Milano Classica, giunto alla sua ventiduesima edizione, propone al suo pubblico nell’incantevole Palazzina Liberty.
Il ricco calendario della stagione concertistica 2013/2014 anche quest’anno ha visto la Direzione artistica affidata al talentuoso Gianluca Capuano e la prossima domenica prevede la performance Due Melologhi, “fortemente desiderati”, come confessa lo stesso Capuano durante l’intervista con FlipMagazine.
“Il mio percorso come musicista, ha subito un’inevitabile influenza, frutto del dialogo con altre discipline e conseguente anche alla mia formazione classica. Così, nel tempo, mi sono dedicato allo studio del melologo, unione di testo recitato e musica, scritta ad hoc”
Avviene un’osmosi, quindi, tra due linguaggi creativi, il verso di una poesia recitato e accompagnato dalla musica, due mondi apparentemente lontani che si intrecciano, si fortificano e si ispirano a vicenda, “entrano in comunione” come ci suggerisce Pamela Villoresi. E’ proprio l’attrice italiana – scelta dallo stesso Capuano e con la quale pare ci sia già un progetto in cantiere per il futuro, come ci anticipa in esclusiva il Direttore – a dare anima alle poesie di Clemente Rebora e di Gabriela Fantato.
“Da appassionata di poesia, è ormai da tempo che realizzo recital e melologhi, ed ogni volta mi emoziono come se fossi ai primi anni della mia carriera. Quelli commissionati da Milano Classica sono due melologhi particolarmente interessanti e anche molto attuali, a mio avviso. Ad esempio nei testi di Rebora, che tratto da anni, sembra di entrare in contatto con il mondo, la natura, la nostra stessa vita in un equilibrio quasi ultraterreno. La favola della Bella Melusina, della Fantato, invece, induce a riflettere sui patti d’amore…perché chiedere tutto e perché violare una promessa”.
Così in questa esibizione, poesia e musica si fanno interpreti acuti del magma umano, caos perenne di sentimenti, paure, limiti e afflati, in un’armonia che sa di divino.
Eleonora Dafne Arnese
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