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Dic 08, 2016 L'editoriale
Dopo aver visto le ferite aperte di Roma, vediamo lo stato di salute di Milano, percorrendo il centro storico e un po’ di periferia. Negli ultimi anni Milano grazie all’Expo ha avuto una buona visibilità sui media, spesso con entusiasmi ingiustificati. La città ha avuto una spinta, lavori nuovi, la darsena ha avuto un nuovo look. Però sembra un’anziana signora che fa il lifting al viso e si dimentica di ritoccare il collo.
Se si percorre il centro si aprono improvvisi angoli di sporco, ogni 200 metri staziona un giovane nero, di solito ragazzi, ma c’è anche qualche ragazza che chiede l’elemosina, con un cappellino in mano. Sembrano appartenere ad un unico gruppo, sono più o meno tutti uguali. Di sera certe strade, corso Como per citarne una, diventa un letamaio: lattine, bicchieri di plastica, bottiglie di birra e altre schifezze fanno da tappeto ai passanti. I trasporti e gli uffici pubblici funzionano meglio rispetto a Roma, ma anche qui ritardi e inefficienze sono sempre dietro all’angolo. La galleria Vittorio Emanuele, detta il salotto di Milano e il corso omonimo, sono invase da venditori che occupano ogni centimetro. Non parliamo di chi chiede uno spicciolo, tra italiani e stranieri arrivano oltre un centinaio, nello spazio di un paio di km. La periferia è in stato di degrado come a Roma, senza apparente speranza. Riassumendo: rispetto a Roma, ormai simile a Calcutta (con tutto il rispetto per la megalopoli indiana), Milano sembra una metropoli europea. Poi se si va a Londra, ma anche a Parigi, Berlino, Amsterdam sembra una città della provincia dimenticata.
A presto. See you soon. A la prochaine.
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