Flipmagazine Massimiliano Franciosa, NOVE volte sorprendente

Massimiliano Franciosa, NOVE volte sorprendente

Mar 24, 2019 Lifestyle, Società

Massimiliano FRANCIOSA e Claudia CRISAFIO, protagonisti in NOVE – Foto da NCMedia

Al Teatro Vittoria di Roma è tornato in scena “NOVE”, uno spettacolo ormai ‘storico’ che nasce dalla penna di Edoardo Erba, noto per il suo umorismo sottile e brillante e per la sua capacità di creare delle scene dai ritmi incalzanti. “NOVE” è una commedia, anzi no, sono nove commedie concentrate in dieci minuti ciascuna. In ogni frammento cambiano i temi e i soggetti, ma si segue il medesimo schema: si parte da situazioni quotidiane concrete per poi flettere verso il surreale, con un colpo di scena.

I personaggi sono in tutto diciotto, ma vengono interpretati da due soli attori, che in questa commedia sono chiamati a essere anche trasformisti. I ruoli femminili sono interpretati da Claudia Crisafio e quelli maschili da Massimiliano Franciosa, che abbiamo raggiunto tra una replica e l’altra.

Le nove scene hanno temi, situazioni, personaggi diversi; c’è un aspetto che unifica tutti i frammenti?

Innanzitutto credo che la chiave di lettura che unifica tutti i frammenti sia la relazione tra uomo e donna. Poi lo stile di Edoardo Erba. Lui parte da situazioni molto semplici e realistiche, ma dopo poche battute c’è una svolta, che ruota su un’ironia molto sottile, a volte cinica, a volte tenera. In ogni caso, lo spettatore non resta indifferente, perché i temi affrontati con apparente leggerezza, sono profondamente seri. C’è sempre un messaggio da lanciare, un dubbio da insinuare sulla realtà che ci circonda. Quindi, credo che l’aspetto unificante sia proprio questo: le scene fanno riflettere molto, non sono mai banali.

Lo spettacolo ha dei ritmi serrati per via dei continui adattamenti nella scenografia e nei personaggi, che incarnano i diversi drammi dell’uomo contemporaneo. È difficile entrare in personaggi diversi così rapidamente? C’è un personaggio che interpreta più volentieri di altri?

Non c’è difficoltà a entrare nei personaggi, soprattutto grazie agli adattamenti del regista Mauro Avogadro, che praticamente ce li ha cuciti addosso, perciò io e Claudia ci siamo trovati bene fin dall’inizio. La scenografia cambia velocemente perché in realtà interagiamo con delle videoproiezioni. Siamo circondati da un impianto scenico, da “visioni”, allestite da Ginevra Napoleoni, che immediatamente ci trasferiscono in un’altra situazione.

Non c’è un personaggio difficile da interpretare, ce n’è piuttosto uno che preferisco. Si tratta di uno smemorato che si trova a rivedere la finale dei mondiali giocata in Messico, Italia-Germania finita 4-3. La partita, però, prende una piega diversa perché inaspettatamente il risultato s’inverte, vince la Germania. Non solo. Questa partita, come se fosse stata un punto cardinale per la vita di quest’uomo, stravolge tutto e lui non si orienta più. Quella che dovrebbe essere sua moglie in realtà è la sua migliore amica. Insomma, un continuo effetto sorpresa, molto divertente.

Qual è la risposta del pubblico a questo spettacolo?

Portiamo in scena questo spettacolo dal 2015. Per me e Claudia è quasi un figlio. Siamo stati ospitati in moltissime città e devo dire che la reazione che vediamo sempre negli spettatori è la sorpresa. Restano tutti piacevolmente sorpresi.

Uno spettacolo dinamico che piace, sorprende, stupisce, diverte, fa riflettere. Cosa volere di più?

Angelina Marcelli

happy wheels