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Mag 11, 2017 L'editoriale
Un mio caro amico ha perduto da poco sua madre e mi è sembrato spaesato. Ventitré anni fa, mia madre se ne è andata in tre ore. Era in un ospedale e con lei c’ero solo io. Per tanti anni ho pensato a lei e basta. Fin da quando ero molto giovane lei viveva a Genova, io a Milano, Roma, New York, Parigi, Londra. La vedevo poco, ogni tanto pensavo a lei, la vedevo mentre leggeva i giornali che preferiva o cuciva, una cosa che le piaceva molto. Da qualche mese e, non so e non mi chiedo il perché, mi manca e avrei molta voglia di vederla, di parlarle, di sentire la sua voce e il suo respiro. E’ una sensazione strana. Ogni tanto, la vedo mentre assaggia il suo piatto preferito, i tortellini, lei emiliano romagnola, nata a Genova e che guardava alla Francia con simpatia, una simpatia che mi ha trasmesso. Si chiamava Giuseppina, ma per comodità la chiamavano tutti Pina ed era una donna tranquilla, attenta e vigile su tutto. Io sono un irrequieto, spesso incazzoso, non sto mai in un posto per un lungo periodo, sono spesso scontento di molte cose, le persone mediamente mi annoiano. L’unica persona che mi dava un po’ di relax era lei, Giuseppina, riflessiva, paziente e spesso taciturna, alle prese con un ‘cavallo pazzo’, come mi chiamano alcuni amici. La penso, la vedo, mi sembra di sentirla. Si perde una persona e non ci si rassegna mai alla realtà di non vederla più.
A presto. See you soon. A la prochaine
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