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Dic 07, 2009 Terza Pagina
Milano
Passeggiando per il caratteristico quartiere di Brera, nel cuore di Milano, non si può evitare di imbattersi nello storico Palazzo sede dell’Accademia e della Pinacoteca, antico centro di cultura e storia. Dopo aver percorso le splendide sale custodi di opere del Bramantino, del Mantegna, di Piero della Francesca, vale la pena prendersi il tempo di visitare il resto del palazzo piermariniano, per scoprire gli altri piccoli e meno conosciuti gioielli che esso ospita.
Uno di questi è il Museo Astronomico di Brera. Si tratta di una piccola stanza a cui si accede solo per caso, se si ha l’occasione di giungere nella parte posteriore del Palazzo e di notare il cartello che indica di salire le scale che portano ai piani superiori. Non è certo facile da trovare, però, appena varcata la soglia di ingresso, ci si rende conto di quanto sia interessante una visita a questa esposizione. Facendo qualche domanda a riguardo, scopriamo che il progetto ha visto la luce nel 1983 ed è gestito dalla Sezione di Storia della Fisica dell’Istituto di Fisica Generale Applicata dell’Università degli Studi di Milano. “Il museo conserva la memoria storico- scientifica di Brera, dell’Osservatorio e dell’Università Statale. Il fine dell’esistenza del museo è la diffusione e la valorizzazione della cultura scientifica, il mezzo per raggiungerlo è la conservazione del patrimonio”, spiega Pasquale Tucci, professore ordinario di Storia della Fisica presso l’Università degli Studi di Milano e direttore del museo. Esposti nella sala si possono trovare una settantina di pezzi tra cui Telescopi, Spettroscopi, Globi, Microscopi e Orologi che ripercorrono la storia della ricerca astronomica degli ultimi secoli. Strumenti che sono appartenuti all’Osservatorio Astronomico, il più antico istituto di ricerca scientifica della città e che, fino agli Ottanta, erano rimasti abbandonati ed impolverati negli archivi dell’Accademia. Il percorso si articola per aree tematiche, valorizzate e separate tra loro, solo da un gioco di luci e ombre “per non creare barriere ed individuare le continuità tra le isole tematiche”, ci spiega il direttore, e perché “secondo i principi base dell’astronomia, la luce è un elemento chiave, in quanto veicolo di informazione da oggetti lontani”. Nonostante la luce assuma un ruolo così fondamentale per l’esistenza del museo stesso, la sensazione che si ha è che questo luogo viva, in realtà, immerso in una totale ombra. La sala del museo infatti ci appare completamente deserta, e pare che questo non sia il caso isolato di uno sfortunato giorno. Il Prof. Tucci spiega che questa realtà è poco conosciuta e valorizzata. È nota solo alla nicchia di interessati ed appassionati, che peraltro è ristretta, e, a parte qualche visita da parte delle scuole, questo museo sente davvero la mancanza di frequentatori. Certo, una possibile soluzione a questa situazione potrebbe venire dalle istituzioni, le quali dovrebbero intervenire per restaurare le aree comuni di Palazzo Brera, migliorandone così l’aspetto, la pianificazione degli spazi, l’accessibilità e, con queste, la visibilità esterna e la comunicazione efficace delle iniziative connesse alla valorizzazione del patrimonio. Non è certo nascosto agli occhi del visitatore lo stato di degrado in cui versa la struttura non appena si entra o si esce dalla zona della Pinacoteca: muri scrostati, rifiuti, scritte sulle pareti, studenti accalcati ovunque, incuranti di stare calpestando pezzi di storia.
Occore considerare che Palazzo Brera è l’importante sede di una delle più belle raccolte di dipinti che ci siano in Italia, di una celebre ed antica Accademia di formazione artistica, dell’ottocentesca Biblioteca Braidense, dell’Orto botanico e dell’Osservatorio astronomico con il suo relativo museo. Un simile stato di abbandono non costituisce sicuramente un biglietto da visita di tutto rispetto per il turista, milanese e non, che voglia venire a visitare uno dei massimi poli di interesse della città. Il visitatore non entra con piacere in un luogo in cui debba seguire un percorso di guerra, mal tenuto e scarsamente indicato. Il danno per Brera, in questo senso, è ingente; la struttura non rivive, non si apre. Non resta che augurarsi che le istituzioni in un futuro corrano ai ripari e lavorino concretamente per restituire “la giusta luce” a Palazzo Brera e agli istituti che esso ospita.
FlipMagazine si impegna a seguire gli sviluppi di questo tempio della cultura.
Barbara Pellegrini
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