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Mar 19, 2013 Terza Pagina
Amanda Lear, Luca Crescenzi. Ufficio Stampa Silvia Ranzi
Linee essenziali, eleganti, che si intrecciano, si sovrappongono e si colorano, creando immagini che, seppur nella loro intrinseca staticità, sembrano trasmettere agli astanti un senso del divenire. E’ questo il fil rouge che percorre le opere della personale di Luca Crescenzi, intitolata Sign of the times.
La mostra, curata da Gianluca Ranzi e aperta al pubblico presso l’IFD Gallery Research a Milano, presenta l’evoluzione di un professionista che nasce come graphic designer, ma che nel tempo, per sensibilità e forte senso estetico, sperimenta le sue competenze utilizzando linguaggi diversi. Così Crescenzi si avvicina al mondo dell’arte contemporanea, sviluppando un suo codice artistico ben riconoscibile, frutto di contaminazioni tra l’arte classica e la cultura pop, apparentemente agli antipodi, ma che invece, nelle opere dell’artista, sembrano fondersi con equilibrio e armonia.
Si assiste quindi a un processo di astrazione e ricomposizione, in cui i protagonisti delle tele sono stelle del mondo dello spettacolo (come la Callas o Amanda Lear) oppure straordinari capolavori dell’arte classica, come La Gioconda di Leonardo Da Vinci o Amore e Psiche di Canova. Prende forma, così, una sorta di pittura high-tech – come la definisce il curatore – il cui risultato sono particolari dipinti digitali, intreccio di una mano virtuale e tecnologica, e l’estro e la visione di un’artista, imprescindibili elementi che danno humus a un’opera creativa.
Eleonora Dafne Arnese
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