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Lug 22, 2011 Cosa bolle in Pentola
Lisbona è una città dal grande fascino, soprattutto per quell’atmosfera decadente che la caratterizza. Una miscela di tristezza, cupezza e bellezza, che la rendono unica, tra colori arabeggianti, atmosfere da sud del mondo e tenebre che sembrano non trovare mai la luce. Il cuore commerciale della città è la Baixa (città bassa) che da Praça do Comércio, sede di antichi palazzi governativi, si apre in un reticolo di vie gremite di negozi e ristoranti turistici. Al limite di questa zona la città cambia radicalmente e comincia ad arrampicarsi sulle colline in un saliscendi di casette tinteggiate prevalentemente di giallo ocra; basta prendere una delle tante funicolari o il suggestivo tram 28, per visitare i quartieri della città alta. Le vie sono strette e tortuose, in alcuni tratti sembra quasi di sfiorare i terrazzini che spuntano dalla facciate, ma tanti sono i miradouros (punti di osservazione) che si aprono tra le case in diversi punti della città e lasciano intravedere lo sconfinato oceano. Il Bairro Alto è la zona più antica e caratteristica di Lisbona, che ospita diversi locali piacevoli e coinvolgenti, in cui degustare cene a base di baccalà e zuppe di verdura e ascoltare il Fado, il canto tipico del Portogallo dai toni malinconici, un canto che richiama la vita della strada, con i drammi e i sentimenti in tumulto, che trasmettono brividi insoliti, alternarsi di pianti e risate, a chi sa apprezzarne l’atmosfera.
L’Alfama, situata sempre nella parte alta della città, è uno dei quartieri più interessanti con i suoi piccoli negozi di alimentari e taverne vecchio stile, dove il cuore si ferma a pensare, le case con il bucato appeso alle finestre ad asciugare e il suo intrico di strade ripide tra cui è bello perdersi passeggiando. Così si arriva in cima alla collina per ammirare uno dei panorami migliori della città dal Castelo de São Jorge, antica roccaforte moresca. Qua e là le case appaiono ricoperte dai tipici azulejos, le piastrelle di origine araba smaltate in diversi colori, vere opere artistiche e vanto della regione nell’antichità.
Bisogna però ridiscendere le colline per visitare i tesori che ancora la città custodisce; prendendo un tram in pochi minuti sarete a Belem, tappa obbligata per ogni turista che voglia ammirare il famoso Padrao do Doscobrimentos, il monumento a forma di prua di nave dalle enormi dimensioni che celebra le grandi scoperte delle esplorazioni. Altro gioiello del quartiere è la Torre di Belem, antico punto di guardia dell’ingresso del porto di Lisbona, costruita tra il 1515 ed il 1521 per celebrare la potenza marittima della flotta portoghese che, guidata da Vasco da Gama, aveva scoperto la rotta per l’India. La torre un tempo si trovava su un isolotto, in mezzo alla foce del Tago, il fiume che dal mare entra letteralmente nella città piegandola in due; con il terremoto del 1755 l’isolotto si è poi avvicinato alla sponda fino ad esserne quasi adiacente. Di fronte al fiume la costruzione presenta finestre ad arcate, delicate logge in stile veneziano e una statua della Madonna del Buon Ritorno, un simbolo di protezione per i marinai.
Il Mosteiro dos Jeronimos, che si trova a pochi passi dalla Torre, è uno dei migliori esempi architettonici dello stile manuelino, lo stile caratteristico delle opere rinascimentali del Portogallo dell’inizio del XVI sec., che prende il nome dal re portoghese Manuel I. L’edificio davvero suggestivo assume l’aspetto di un castello di sabbia, con torrette a conchiglia che sembrano create dalla terra lasciata cadere lentamente dalle mani e finestre che hanno l’aspetto di pizzi scolpiti nella pietra. Nel Mosteiro dos Jeronimos si trovano le tombe del grande navigatore Vasco da Gama, e dal 1985 riposano qui anche le spoglie di Fernando Pessoa. Dal 1983 questi esempi di architettura appartengono al Patrimonio dell’Unesco.
Per completare degnamente la visita a questa zona della città è doveroso un salto all’antica e famosa pasticceria che realizza i Pasteis, una delizia di pasta sfoglia e ricotta la cui ricetta è custodita con la massima segretezza da centinaia di anni.
Non mancano i richiami a luoghi lontani a completare il quadro artistico della città, basti pensare al celebre Ponte 25 de Abril (praticamente una copia del Golden Gate americano) e alla sagoma a forma di croce della grande statua del Cristo Rei, simbolicamente voltato a guardare verso quello di Rio de Janeiro, di cui è una copia perfetta. Lisbona sa togliere il fiato, ti guarda e sfugge, con la sua anima colorata di nero, come certe sue donne, che spuntano all’improvviso dai vicoli ruvidi di storia, ti guardano furtive e vanno via e non si sa verso quale meta. Chi vuol avvicinare il mistero e la gioia sommessa, trova a Lisbona un luogo indimenticabile.
Barbara Pellegrini
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