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Apr 02, 2013 Terza Pagina
Le voci di dentro, Toni Servillo
Ancora una volta Toni Servillo torna a teatro mettendo in scena “Le voci di dentro”, un testo di Eduardo de Filippo del 1948, in questi giorni in cartellone presso il Piccolo Teatro di Milano.
Come per tutte le opere da lui interpretate, Servillo se ne appropria e trasmette forti emozioni al proprio pubblico. Ancora una volta ne esce vincitore con un’interpretazione sorprendentee vitale, nei panni di Alberto Saporito, sostenuto da un “coro” di attori con la stessa padronanza scenica,come il fratello Peppe Servillo, che impersona Carlo Saporito.
La trama gira intorno al sogno del protagonista Alberto che inizialmente crede sia vero. Sogna l’assassinio di un amico, pensando che il colpevole si nasconda nella famiglia dei vicini di casa.
I personaggi si accusano a vicenda, generano un turbinio di equivoci e denunce fittizie, coinvolgono il pubblico in un’atmosfera sospesa fra realtà e illusione, e il sogno viene percepito come unico e ultimo sfogo delle inquietudini umane.
Dietro la comicità di questa commedia napoletana si nasconde un volto nero.
I tre atti racchiudono, a distanza di anni dalla stesura, una realtà ancora attuale: il mondo è sordo e non riesce a comunicare, ad esprimersi correttamente. Così i petardi cominciano a scoppiettare sul palcoscenico, come metafore di dialoghi celati dallo zio Nicola, di fronte ad una società impassibile alle meschinità.
Sguardi, dialoghi, posture e gestualità enfatizzate, accompagnate da tagli di luce e tonalità scenografiche nette, sembrano fondersi, creando composizioni simili a quadri, contrapponendosi invece ai conflitti relazionali e alle negatività tra le persone mentre lo sguardo finale di Toni Servillo svela il vero accaduto.
Erika Grupillo
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