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Nov 17, 2011 Attualità, Italia
filmhirck’s Picture from Flickr.com
Sembra uno dei tanti film, o uno dei tanti romanzi in cui lei non si capacita del fatto di come, nonostante tutto, a suo marito non abbia mai confidato certi segreti, rimasti ben nascosti in un cassetto che nessuno è mai riuscito a scoprire, e tutto d’un tratto, come per magia, arriva la persona a cui confidare tutto, pur non conoscendolo che da poco, pochissimo tempo.
In effetti, nei rapporti consolidati sono in molti a credere che sia meglio una cosa non detta di una verità scomoda e il partner, seppur compagno di vita da diverso tempo, non ci sembra “degno” di ricevere in deposito le nostre preziose confidenze, o peggio, i nostri segreti più inconfessabili. Ne abbiamo dibattuto molto e le correnti di pensiero sono diverse: anche nei rapporti più consolidati sembra valere il vecchio detto: “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”.
E allora perché pensare che una confidenza donata a quella persona sia ben riposta, afferma convinta la nostra amica manager, con il rischio poi di doversene pentire?
Ci sono mariti che non sanno quasi nulla delle loro compagne di vita, eppure a detta loro si amano: confidando poi, in maniera inaspettata, i segreti più reconditi della loro vita ad autentici semisconosciuti.
Questo è il mistero.
Come nei ponti di Madison County, una Meryl Streep casalinga, moglie e madre nella placida e monotona provincia americana, incontra per caso un giornalista del National Geographic, quel Clint Eastwood che diventerà suo confidente, amico ed amante.
Fino al tentativo di fuga, proprio con lo sconosciuto arrivato all’improvviso a sconvolgerle l’esistenza, ma il tutto si chiuderà con il tornare alle loro vite di sempre: da separati, lontano l’una dall’altro.
O anche “In quando la notte” ultimo romanzo della Comencini nelle sale in questi giorni, dove i due protagonisti, da due perfetti sconosciuti diventano, loro malgrado, complici e ognuno di loro a conoscenza di quel segreto inconfessabile di cui nessuno sapeva nulla.
Né la famiglia, né i rispettivi consorti, tantomeno i figli: ad un tratto una persona entra nella tua vita sconvolgendola, ritrovandoti così, a fare i conti con una situazione difficile da vivere, gestire, rendere ordinaria.
“Dopo 15 anni di matrimonio mio marito ed io eravamo amici fraterni ma mai complici, mai confidenti, più che altro soci nella gestione della famiglia”.
E forse a molti va meglio così.
“Perché dovrei mettere in piedi un casino con mia moglie, preferisco lasciare le cose come stanno.”
In realtà i dati sulle separazioni dicono altro, ma dicono anche che ci si sposa molto meno rispetto ad un tempo.
Chissà perché, “Non me lo so spiegare” cantava Tiziano Ferro.
Noi forse sì Tiziano, ce lo sappiamo spiegare.
Carla Aghito
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