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La tragedia a Genova lo schifo la vergogna per la politica e gli amministratori
Genova
Tragedia a Genova e, ancora una volta, l’Italia cade a pezzi, causando dolore e miseria.
Ormai è all’ordine del giorno, tra terremoti, nubifragi e incuria legata alla corruzione e alle schifezze umane.
Chi scrive è nato a Genova, vi ha trascorso la gioventù e vi ha studiato.
Ricordiamo molto bene quel ponte, anche se vivevamo nel cuore del centro cittadino e percorrevamo quel viadotto solo per spostarci tra le riviere e per andare in Francia. Non lo utilizzavamo per studio e lavoro come hanno sempre fatto moltissimi Genovesi.
Da sempre essere sospesi ci metteva un po’ di ansia e, da sempre, lo sguardo correva su quelle case che hanno il ponte attaccato alle finestre, sopra la testa. Da sempre ci è sembrata un’anomalia, una violenza. Un tempo erano case per ferrovieri, poi sono diventati alloggi per tutti.
Nessuno, dagli amministratori, ai sindaci, ai presidenti della Regione ha mai obiettato nulla. Andava bene così, si è sempre tirato a campare.
L’idea tipica degli amministratori e politici italiani è che la prevenzione non esista e si vive facendo finta di nulla.
Poi arrivano le tragedie, le persone perdono la vita, la casa, tutto.
Ed ecco che gli amministratori si svegliano, accusando gli altri, mai se stessi.
In questi tragici giorni a Genova si è sentito di tutto e tutte cazzate.
Da Di Maio a Salvini, a Toninelli, a tanti, troppi altri hanno dimostrato di parlare a vanvera, senza sapere cosa dicevano, così tanto per far rumore con la bocca, tutto senza costrutto.
Intanto, dopo poche ore arriva la smentita, tutti si rimangiano tutto.
Uno squallore, una pena, una pochezza di tutti gli amministratori e della classe politica, nessuno escluso.
Nessuno si è preoccupato di prevenire, controllare, vigilare, hanno incassato il grano e basta. Tiriamo a campare.
Che schifo e che vergogna.
Ci vergogniamo per loro. Silenzio.
Mauro Pecchenino
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L’Editoriale – di Mauro Pecchenino
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