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La smaterializzazione del puzzle moda
Il ritmo incalzante delle fashion week primavera estate 2014 si sta riversando sul web attraverso articoli, immagini e commenti. Ricordate i tempi in cui partecipare ad una sfilata significava essere catapultati in una dimensione magica e d’élite? Ricordate cosa voleva dire sentirsi parte di una nicchia esclusiva formata da giornalisti, vip, e personaggi del business-system? Ricordate la fatica per avere un biglietto della sfilata e un pass per il back-stage? Se sì, scordatevela. L’aura della passerella, della sfilate e della moda stessa sta svanendo. E’ questo uno tra i più importanti, ma anche tra i più dolorosi, effetti del web 2.0. Se un tempo le informazioni sul marchio venivano veicolate esclusivamente dalla casa madre attraverso il proprio ufficio stampa, da qualche tempo i diversi canali media, gli eventi riservati, con l’avvento dell’interattività on-line hanno cambiato le cose e di molto. Chiunque può postare opinioni su blog e community in rete, criticando o esaltando brand e prodotti.
Che sia ormai inutile andare alle sfilate? Nelle ultime collezioni, il live streaming è diventato il vero must, scelta comune a quasi tutti i brand, privando gli spocchiosi snobisti stilisti della propria aura e declassandoli da icone mediatiche del lusso, a comuni artigiani della moda. Il mercato del fashion, si sa, è un oceano pieno di squali, la concorrenza è spietata e l’ancora di salvataggio rimane il grande pubblico, la soluzione per raggiungere il maggior numero di utenti resta il web e, di conseguenza, i blogger.
Tutti i passaggi che rimanevano oscuri, tutto il parterre di collaboratori che si agitavano dietro le quinte, erano meravigliose fantasie che i fashion addicted amavano sognare. Oggi tutto è diventato un gigantesco reality. Backstage, red carpet e sfilate sono visibili a chiunque. Internet ha allargato i confini del trend system e pian piano sta distruggendo ogni limite doganale. La stessa Camera della Moda, sul suo sito, mette a disposizione in diretta tutte le sfilate dei marchi che hanno scelto di sfilare in fiera e che hanno accettato di mostrarsi a tutti, mentre le piattaforme mobile come Blackberry, Android e Apple offrono fior fior di applicazioni.
L’era del digitale è sempre più incalzante, armatevi di occhiali 3D, il prossimo anno potrebbero servirvi.
Giorgio Racagni
giorgioracagninicolo@gmail.com
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