Ultimo Aggiornamento giovedì 12 Dicembre 2024, 6:06
Mag 21, 2012 Attualità, World Wide
Francesco Elisei ELI’s Picture from Flickr.com
Sembra passato un secolo da quando venne introdotta l’Unione Europea e la sua moneta unica: il tanto amato e odiato Euro.
Oggi c’è anche chi, nel nostro Paese, è diventato antieuropeista, con un grido di protesta che lascia il tempo che trova, o con vera idiosincrasia alle “politiche Merkel”, vero reggente unico (oggi orfana di Sarkò e poco amica del nuovo Presidente francese Hollande ) della UE.
Dopo i sacrifici dispendiosi che si chiesero ai cittadini italiani per entrare nell’Unione Europea (ricordate la tassa sull’Europa?) per riuscire a essere in linea con i rigidi parametri di Maastricht, abbiamo visto entrare in Europa Stati decisamente più “sgarrupati” del nostro.
Quando l’Italia decise che l’ingresso fosse indispensabile, sembrava si entrasse a far parte di un esclusivo club di Paesi maggiormente virtuosi che, grazie ai parametri in linea con le strategie decise da Maastricht dettassero legge, anche a livello politico, sulle disposizioni all’interno dell’Europa stessa.
Sembrava.
Volevamo raggiungere le grandi sorelle, dalle virtù irreprensibili, come Francia e Germania.
La stessa Germania lasciò una moneta, il marco, forte e stabile come nessun’altra del vecchio continente e, la Francia rispetto ai tedeschi, metteva il blasone, la grandeur per intenderci, con numeri comunque non paragonabili a quelli dei tedeschi.
In Italia, con una Lira sempre più a rischio svalutazione, con l’inflazione e il debito pubblico che toccavano picchi vertiginosi, l’ingresso nel paradiso dei grandi sembrava per tutti un toccasana.
Poi, l’élite è diventata massa.
Diversi Paesi nella grande famiglia allargata, in cui uno dei figli si chiama Grecia.
Crisi economica devastante e allarme degli ellenici: servono aiuti immediati e piuttosto ingenti da parte dell’Europa.
Sono nel club dei grandi d’Europa, dunque aiutatemi.
Le obbligazioni sono in scadenza e gli analisti definiscono i titoli greci: “carta straccia” e allo stesso tempo le elezioni ad Atene non hanno proclamato nessun vero vincitore, con il rischio di elezioni bis a stretto giro di posta.
Dove sono finiti gli anatemi dei vari guru economici finanziari dell’Unione Europea che sovrintendevano e monitoravano le attività di ogni singolo Governo?
Le recenti amministrative hanno visto il tracollo della CDU e la vittoria netta del Spd di Frau Kraft, in uno dei Land più popolosi della Germania, il Nord Reno – Vestfalia.
L’asse che comandava l’Europa, Merkel-Sarkozy ha perso un pezzo, e se a breve, cadesse anche l’altro?
I nuovi arrivati potrebbero fare molto meglio dei loro predecessori, decisamente non all’altezza del compito che in questi anni si sono trovati ad affrontare.
La Grecia è un’eccezione o potrebbe risultare solo l’inizio di altri crac finanziari di Stato, a partire dalla Spagna?
Speriamo di no.
Intanto urge una vera politica unitaria europea che sia lungimirante e che riesca a far ricredere tutti, partendo dai mercati fino ad arrivare ai cittadini di ogni singolo Stato membro. Intanto, lo spread sale, la crescita economica rimane rigorosamente immobile e il lavoro, insieme alla crescita, sembrano essere spariti dagli orizzonti di vita di troppi cittadini, ormai (quasi) privi di speranza.
Non dimentichiamolo: o si cresce, o si muore.
Norman di Lieto
happy wheelsDic 12, 2024 0
Dic 09, 2024 0
Dic 06, 2024 0
Dic 05, 2024 0
Nov 27, 2024 0
Giu 02, 2024 0
Feb 22, 2024 0
Ago 16, 2023 0