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Gen 27, 2014 Attualità, Italia
Ogni tanto nelle televisioni europee fa capolino qualcuno, di solito un politico in cerca di voti, che decanta come il trend economico in Europa stia cambiando tendenza e che si è avviata una ripresa. In momenti di crisi in metastasi come quella che stiamo vivendo, più o meno dal 2007 è facile sperare e credere al primo idiota che si affaccia alla ribalta. Quando si è in difficoltà ci si aggrappa a chiunque, anche al più truffaldino dei politici parolai. Questo fenomeno accade anche in Italia, Paese spesso boccalone che crede ai miracoli e si affida a gente che lo piglia per i fondelli (basti osservare gli ultimi venti/trent’anni). In realtà se si vuole approfondire un po’, non fermarsi alle chiacchiere e ai tanti improvvisatori e dilettanti che imperversano su twitter e sui vari pseudo blog, tutti quanti inutili e privi di senso, si scopre che la crisi continua, è presente, è sana e sarà viva e vegeta ancora, per almeno una decina d’anni, salvo miracoli che facciamo fatica a immaginare o ipotizzare. E’ sufficiente leggere con attenzione il documento che con cadenza trimestrale che la Commissione europea preposta pubblica sui trend dei Paesi membri e che fa vedere che la crescita , quando c’è è a livello di prefisso telefonico e per arrivare a numeri superiori al 2/3% bisognerà aspettare almeno il 2022, più o meno. E si nota che tutti in Paesi europei stanno male, anche la Germania, tanto per dire. Certo, c’è chi sta peggio, come la Spagna, il Portogallo, l’Irlanda ,l’Italia, la Francia, ma “mal comune, mezzo gaudio” non è certo una soluzione da seguire.
Il documento di riferimento si trova facilmente su interner: European Commission quarterly Report on the euro area.
Alma Sastri
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