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Lug 26, 2010 Terza Pagina
In psicologia si indica con il termine Looking-Glass Self, ossia Sé Rispecchiato, la propria identità, il Sé, quel qualcosa che ci distingue tra miliardi di altri esseri umani. Come siamo arrivati a definirlo così è frutto di un’evoluzione di pensiero in atto da secoli… Inizialmente era il Trascendental Self legato alla tradizione giudaico-cristiana che vedeva in esso l’anima immortale e immutabile di ogni individuo. Alla fine del XIX secolo, con la nascita delle scienze sociali e la forza dell’impronta darwiniana, assistiamo ad una presa di potere della visione naturalistica che lega indissolubilmente il Sé all’influenza ambientale. Solo nei tempi più recenti si è maturata una concezione più equilibrata che riconosce una base genetica immutabile e l’influenza ambientale come i due elementi dominanti. Quando il bambino si affaccia al mondo per la prima volta, carico del suo bagaglio genetico, è una tabula rasa e inizia il suo percorso partendo dalla fase chiamata di neotenia in cui è totalmente dipendente dagli altri. È già da qui che si avverte la tensione e la ricerca dell’uomo verso i suoi simili, anzi… forse è più corretto dire che inizia addirittura dall’interno del corpo materno! Il neonato non vede, non sente e non concepisce il proprio corpo né l’esterno;, necessita di cure totali e di sentirsi sicuro non solo fisicamente ma anche psicologicamente. Sentire è una parola che può trarre in inganno; sentire col le orecchie, con il naso o anche sentire con il cuore. In questo caso si tratta di sentire, con tutto se stesso, di esserci e di avere intorno altri che ci sono. Il piccolo si appoggia agli altri per sopravvivere e imparare tutto: attraverso le azioni, le intenzioni, le parole, il tono di voce, ogni detto e, ancor di più, ogni non detto con cui gli altri si rapportano a lui, egli impara a conoscere il mondo, a distinguere il proprio corpo dagli altri e soprattutto a concepire se stesso in un determinato modo. Ciò che fa la differenza a questo punto, per ognuno di noi, è il modo in cui siamo amati da bambini; l’amore incondizionato o, al contrario, la disconferma che il piccolo sente nei propri confronti funge da motore propulsore alla sua crescita e alla sua stabilità emotiva. La base, dunque, di ognuno di noi è, fin dai primissimi inizi, la relazione con gli altri.
E.D.A.
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