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Giu 10, 2011 Cosa bolle in Pentola
Robert Sterling Clark, erede del patrimonio delle macchine da cucire Singer, si è letteralmente cucito addosso la definizione di collezionista. Assieme alla moglie Francine Clary Clark infatti fra il 1910 e il 1950 acquistò circa 8.000 pezzi, tra dipinti francesi ed una serie di capolavori europei e americani che vanno dal Rinascimento alla fine dell’800, componendo così una delle più interessanti collezioni d’arte moderna di tutta l’America.
Attualmente alcune opere della collezione sono protagoniste di un esclusivo tour mondiale, di cui la prima tappa è proprio il Palazzo Reale di Milano. La mostra “Impressionisti. Capolavori della Collezione Clark”, a cura di Richard Rand, fino al 19 giugno consentirà al pubblico di ammirare l’esposizione di 73 opere di 26 illustri artisti francesi dell’800 tra i quali Monet, Renoir, Degas, Manet, Pissarro. Il percorso si articola in dieci sezioni basate sui concetti principali sui quali si fondarono le innovazioni stilistiche e tecniche della seconda metà dell’800: Impressione, Luce, Natura, Mare, Città e campagna, Viaggi, Corpo, Volti, Società e Piaceri. La scelta artistica del curatore ha voluto l’accostamento di opere impressioniste a lavori dei precursori del movimento (Rousseau e Corot), a tele postimpressioniste (di Gaiguin o Tolouse Lautrec) ed infine anche a dipinti realizzati dai rappresentanti di movimenti in opposizione a quello inaugurato nello studio di Nadar nel 1874 (come Bouguereau, Gérôme e Stevens).
Protagoniste della sezione “L’impressione” sono le opere degli inizi, che mostrano quale fosse la tecnica pittorica propria del movimento. Fiori, paesaggi e ritratti che ricalcano, con le dovute differenze, lo stile de “Il levar del sole” di Monet, vera e propria bandiera del movimento artistico. Monet, Manet, Sisley e Renoir sono i grandi protagonisti di questa sezione. Segue la serie di tele dedicate alla “Luce”, soggetto della pittura impressionista, quella luce che deve essere colta e rappresentata in tutta la sua naturalezza per come appare in quello specifico istante. Un solo caduco momento che fissato sulla tela diventa eterno. Seguono quindi le sezioni dedicate ai paesaggi, dalle campagne e le marine di Monet che trovano un’anticipazione interessante nei lavori di Corot e Rousseau. I particolari che venivano ritratti spesso incantavano l’occhio dell’artista mentre si trovava in viaggio. L’abitudine del viaggio come momento di studio e di confronto dal vivo con le città di cui si leggeva sui libri e con le opere d’arte in esse ospitate, era diffusa ben prima della nascita del movimento impressionista; nel momento in cui poi l’industrializzazione ed il conseguente sviluppo tecnologico consentirono di spostarsi più facilmente, ecco che gli artisti cominciarono a viaggiare e a regalarci immense opere raffiguranti il mondo. Le stupende vedute veneziane e napoletane di Renoir che possiamo ammirare in queste sale ne sono un esempio. Il distacco dalle pitture del Canaletto, di certo bellissime, è davvero molto netto.
Gli impressionisti guardavano all’istante, rappresentando senza troppi simbolismi la realtà, qualsiasi forma essa assumesse, priva di alcune connotazione socio – culturali. Questo spirito è alla base della serie di figure umane, volti e corpi, che è ospitata all’interno della mostra: la ragazza impegnata nell’arte di lavorare all’uncinetto di Renoir, i lavoranti del porto di Pissarro e le prostitute sfacciate protagoniste dei celebri manifesti di Toulouse-Lautrec, che già superano l’impressionismo puro e danno il via alla Belle Epoque.
L’ultima sezione della mostra è quella dedicata ai “Piaceri” e comprende le note classi di danza di Degas, così come le ragazze che raccolgono fiori profumati di Tissot e di Renoir, accostati alle pitture dallo stile diverso e dall’ispirazione esotica evocate da Gerôme e dal suo incantatore di serpenti.
Fa piacere infine vedere come, all’interno di una sequela di lavori firmati da artisti uomini, trovi spazio anche la mano femminile. Le celebri opere di Berthe Morisot, grande esponente del movimento artistico dell’impressionismo, sono raccolte a ragione in questa collezione con la stessa dignità conferita alle opere dei colleghi maschi. Indice che qualcosa stava cambiando.
Barbara Pellegrini
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