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Set 11, 2011 Attualità, World Wide
Sydney
Sui media, nelle strade, nei pub affollati, L’Australia sta vivendo il decennale dell’ 11 settembre in maniera particolare. I giovani si informano in maniera febbrile su quanto accadde e vogliono sapere tutto. I più adulti vogliono ricordare, per solidarietà con la gente degli Stati Uniti. Sentono anche parlare e scrivere di possibile complotto e non sanno come commentare, cosa dire, come comportarsi. L’Australiano vive in un mondo tutto suo, dove certi avvenimenti sono ancora abbastanza lontani. Chi scrive ha un’origine e un’anima londinese e, in questi ultimi anni, ha vissuto da vicino i gravi attentati terroristici di Londra e sa cosa vuol dire avere paura, sentir urlare, vedere il sangue e l’angoscia negli occhi della gente. Qui, invece, il terrorismo è una realtà più presente sulle news televisive che nella realtà delle strade. Anche i giornalisti, a parte gli inviati, vivono queste notizie drammatiche più per sentito dire che per esperienza diretta e tutti, tranne rare eccezioni , sono convinti che le torri gemelle siano cadute per mano e azione di un gruppo di terroristi determinati e crudeli. Qui quasi mai si sente parlare di complotto, perché questa versione sembra, più che altro, una calunnia nei confronti degli States e basta. L’America rimane un punto di riferimento per gli Australiani e tutto ciò che accade da quelle parti viene guardato con interesse, spesso misto a stupore.
Non ci sono dubbi, la ferita c’è anche qui, si sente, la si percepisce e partecipare all’evento commemorativo diventa un fatto naturale.
Julie K. Warring
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