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Mar 19, 2015 Attualità, Italia
Armando Fettolini nel suo studio
In questi anni di crisi, a parte per i politici che, dopo pochi mesi di far niente, hanno diritto al vitalizio di svariate migliaia di euro al mese, per la maggior parte degli altri, delle persone oneste che lottano ogni giorno per vivere, la vita non è facile.
Chi ha un posto di lavoro fisso può perderlo da un momento all’altro, chi fa un lavoro autonomo, da professionista, da artigiano, da consulente, artista , eccetera deve affrontare il mercato ogni ora, con tante incognite e martoriato, come tutti, da questa politica e,situazione generale, di merda.
Spesso su queste colonne, abbiamo sostenuto che il lavoro oltre che cercato, va inventato, stanato, scoperto. Non è facile farlo, è sufficiente leggere le cronache per rendersi conto di quanto sia drammatica la perdita del lavoro e la sua mancanza. Anni fa, ci capitò di scrivere che uno dei più importanti incentivi che la vita può dare è la certezza del lavoro, qualcuno (un evidente idiota, di cui non ricordiamo neppure il cognome, si chiamava Marco e faceva l’editore) di fronte a quell’articolo fece della facile ironia. Ahinoi, avevamo purtroppo ragione, il lavoro non è tutto, ma è tantissimo. Abbiamo allora cercato di capire come vive chi deve inventarsi il lavoro ogni giorno e un artista, se non è soprattutto, un fenomeno mediatico, come per esempio quel Cattelan della meteorite che cade sul Papa, fa una gran fatica.
Abbiamo incontrato un artista bravo, con buone idee, che sa disegnare e dipingere, che si produce senza risparmiarsi, che si dà un gran da fare e va avanti con passione E’ Armando Fettolini, lombardo, poco più che cinquantenne, una moglie, quattro figli (sì, avete capito bene quattro), dopo una lunga militanza sul mercato anche come grafico, con una propria agenzia, da alcuni anni vive solo con il suo lavoro di artista. E troviamo sue mostre nelle varie città della Lombardia, ma anche in altre regioni e ogni tanto espone anche all’estero. I suoi quadri hanno tante cose da dire. La sua serie di tele dedicate ai cani randagi, ha fatto scuola in Italia ed è drammatica e giocosa nel suo abbandono lirico. E’ importante registrare cosa ci racconta:” Faccio tutto da solo, dalla realizzazione delle tele di base, alla ricerca, allo studio di nuove tecniche e poetiche. Lavoro tutti i giorni senza orario, lo faccio da tanti anni e non mi sono mai stancato. A volte è difficile, perché quando c’è una crisi generale spendere soldi per un quadro sembra superfluo. Però i miei quadri escono con una certa regolarità dallo studio, trovano gli acquirenti e qualcuno ritorna, La più grande soddisfazione e orgoglio è vedere un mio lavoro alle pareti di una casa, di un spazio pubblico, di uno studio professionale o di un ‘azienda. Questo è l’ossigeno per proseguire per me e per chi vive vicino a me”.
Abbiamo grande rispetto per chi inventa il lavoro ogni giorno.
Mauro Pecchenino
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