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Dic 21, 2014 L'editoriale
Nei periodi di festa come Natale e Capodanno c’è chi sente in maniera più forte la solitudine. Giorgio Maria ci scrive un messaggio significativo: “ Sono stato sposato quindici anni, ho avuto due figli, poi il matrimonio è finito. Io da quel periodo sono rimasto impantanato e quando arrivano le feste soffro”. Il trend dei matrimoni, convivenze, unioni è molto negativo sempre. Il 70 per cento delle coppie che stanno insieme da 5 anni in su, si lascia e, se ci sono figli, il dolore è anche più forte. Non credo ci siano ricette per questa realtà. Scrive un poeta italiano: Si parla di vivere soli/soli senza nessuno/nessuno accanto/vuol dire vivere scegliere stare essere soli/una compagnia senza qualcuno che parla/il silenzio che può piacere. In pochi versi il poeta sembra suggerire che esser soli vuol dire pensare, riflettere, conoscere se stessi, star bene con se stessi. E’ una tesi costruttiva che va considerata. Un tempo si diceva, in maniera banale: meglio soli che mal accompagnati. Ecco il punto: spesso condividere la vita con qualcuno non porta a nulla di buono. A volte, non vale la pena dividere la propria vita con qualcun altro. Non bisogna aver paura di star da soli. Non bisogna star per forza con qualcuno. La solitudine è difficile, ma anche sinonimo di forza, coraggio, indipendenza. Un saluto e un auspicio a Giorgio Maria e a tutti i nostri lettori.
A presto. See you soon. A la prochaine.
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