Flipmagazine In Africa il lavoro delle Missioni

In Africa il lavoro delle Missioni

Ago 22, 2013 Attualità, World Wide

Itigi (Tanzania)

L’Africa è una terra che continua a convivere con le sue tradizioni e contraddizioni, non potendo trascurare e fare a meno degli aiuti esterni, in particolare delle forze missionarie. Il loro apporto è fondamentale, un po’ in tutti i settori: dall’educazione, al cibo, alla sanità. Registriamo a questo proposito il parere del Vicario della Tanzania, Padre Reginald Mrosso, che dal 1982 compie un importante percorso nel segno di S. Gaspare del Bufalo.

Afferma: “Dall’arrivo dei primi missionari in Tanzania stiamo crescendo e allargando la nostra famiglia, giorno dopo giorno. Il nostro Vicariato è composto da sessantacinque missionari, tredici comunità presenti sul territorio in cinque diocesi, undici parrocchie e novantacinque outstations. Abbiamo inoltre quindici missionari che operano all’estero (in Italia a Ferrara), due sacerdoti negli USA e altri due in Colombia. Collaboriamo anche con la Spagna e portiamo avanti una comunità con due missionari in Guinea Bissau. La nostra priorità è senza dubbio l’evangelizzazione. Alle esigenze dello spirito bisogna affiancare anche un sostegno fisico e garantire alle popolazioni l’assistenza sanitaria. Per questo motivo, abbiamo realizzato dispensari, ambulatori, cliniche e l’ospedale Saint Gaspar, tra i più conosciuti in questa parte di Africa. Anche la scuola costituisce un aspetto fondamentale del nostro lavoro. Infatti, puntiamo molto sulla formazione, con la creazione di asili e scuole. Aiutiamo i bambini nella loro crescita, cercando di trasmettere cultura, ma soprattutto l’amore per la scuola e l’istruzione. Conduciamo anche progetti per la ricerca dell’acqua con i confratelli della Provincia canadese. Pur lavorando in una zona semidesertica, siamo riusciti a costruire diversi pozzi per portare l’acqua alla gente e cercare di risolvere questo grave problema locale. Grazie alla strada aperta da don Dino Gioia e don Giuseppe Montenegro, che per primi arrivarono da queste parti, riusciamo a dare una mano ad un popolo che può guardare al futuro con più serenità”.